Torino, orrore al cimitero: ladri aprono una tomba e rubano i gioielli delle salma
I carabinieri della compagnia di Ivrea indagano sul furto messo a segno alcune notti fa nel cimitero di Quassolo, piccolo centro del Canavese, dove una tomba è stata profanata e alcuni gioielli accanto alla salma sono stati rubati. I ladri hanno smurato il loculo in cui riposa una donna, morta a 36 anni nel 1967 a causa di un incidente stradale. Si presume che siano andati a colpo sicuro: hanno estratto la bara e, dopo averla aperta, senza toccare lo scheletro, hanno svuotato la borsetta deposta dai familiari accanto alla salma, alla ricerca di oggetti preziosi.
Sembra, quindi, non avere nessun riscontro l'ipotesi fatta in un primo momento, quella secondo cui la tomba sarebbe stata profanata da gruppi "satanici" alla ricerca di emozioni macabre. L'ipotesi che ormai va per la maggiore è quella della profanazione a scopo di furto: i ladri, infatti, hanno aperto la bara tumulata oltre cinquant'anni fa per rubare gli ori che evidentemente sapevano trovarsi al suo interno. Stando a quanto finora accertato dai carabinieri, non è escluso che a mettere al segno il colpo possa essere stato un solo ladro: la bara, infatti, era ospitata in un loculo al piano terreno, poco dopo l’ingresso del cimitero. Il profanatore ha rimosso la lapide di marmo assicurata al muro, quindi ha sfilato i mattoni, uno per uno. Infine ha estratto la bara in legno, e l’ha scoperchiata e senza toccare lo scheletro ha aperto la borsetta deposta dai familiari accanto alla salma, alla ricerca di oggetti preziosi.
Elena Parisio, sindaca di Quassolo, ha dichiarato: "Escluderei l’azione di una setta satanica, poiché non hanno infierito sui poveri resti della signora. Ma anche un atto vandalico, poiché niente altro è stato toccato. Penso a un folle, che potrebbe aver scelto a caso quella tomba, in cui era facile agire. E poi si è trovato quella borsetta per le mani. Credo sia l’unica spiegazione razionale per un gesto triste, soprattutto per i parenti, a cui ha creato un’enorme sofferenza. Speriamo che fatti analoghi non si ripetano in altri cimiteri".