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Test Tfa, prima le domande sbagliate, poi la “soluzione”: passano tutti

Dopo le polemiche per gli svariati errori nella formulazione dei quiz il ministro Profumo si scusa e prova a “rassicurare i candidati”. Il risultato è che tutte le domande “ambigue” sono ritenute corrette e il numero degli ammessi dunque si moltiplica. E il merito?
A cura di Susanna Picone
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Dopo le polemiche per gli svariati errori nella formulazione dei quiz il ministro Profumo si scusa e prova a “rassicurare i candidati”. Il risultato è che tutte le domande “ambigue” sono ritenute corrette e il numero degli ammessi dunque si moltiplica. E il merito?

Il ministero dell’Istruzione decide che per diventare un insegnante del futuro il primo passo è quello di partecipare (e superare) i famigerati test Tfa, quelli necessari insomma per accedere al tirocinio formativo attivo che assegnerà l’abilitazione all’insegnamento ai laureati. Test Tfa, pensati dunque per selezionare i docenti in base al merito, di cui abbiamo parlato in diverse occasioni, spiegando le polemiche al riguardo, gli errori grossolani nella formulazione delle domande (preparate da una commissione nominata dal vecchio ministro Gelmini) e, infine, l’ammissione dello stesso ministero ora guidato da Profumo che ha poi provato a “risolvere” la questione, chiedendo scusa alla massa di partecipanti. Come ha fatto? Semplicemente nominando una commissione di accademici che di fatto ha dato per buone (per tutti) le svariate domande “ambigue”, quelle che, a differenza di come prevedeva il bando, in fin dei conti non avevano una risposta univoca, proprio perché alla base vi era stato un errore di formulazione. Addirittura quelli che hanno formulato queste domande ne hanno sbagliata in media ben una su cinque.

Con la “revisione” degli esperti si moltiplicano gli ammessi – La conseguenza della decisione del ministero però, come è facile immaginare, non può accontentare proprio tutti e soprattutto difficilmente può essere considerata “giusta”, né è possibile evitare di dire come questa prima prova del Tfa non sia stata un enorme disastro. A pochi giorni di distanza dall’annuncio di Profumo, i docenti del futuro hanno già trovato in rete il nuovo avviso e i nuovi risultati: “A seguito della verifica effettuata dalla commissione ministeriale sono stati aggiornati i risultati”, dunque la valutazione è definitiva. Chi passa quindi? Per danneggiare il meno possibile i candidati, il ministero decide di considerare corrette appunto tutte le domande ambigue. Ragion per cui è chiaro che tantissimi dei candidati esclusi in un primo momento sono stati riammessi e coloro che, nonostante il pasticcio dei “maestri”, avevano già raggiunto il punteggio necessario si ritrovano a dover fronteggiare un numero maggiore di “avversari”. Il numero degli ammessi alle prossime prove si è infatti dilatato e quelli che ce l’avevano fatta già a luglio ora proprio non ci stanno.

La reazione e le minacce legali di chi pensa che così la meritocrazia muore – Ora dopo ora in rete si moltiplicano gli sfoghi di questi laureati, indignati perché alla fine il ministero così facendo li ha messi sullo stesso piano di chi comunque aveva dato di meno durante i test, una sconfitta del merito dunque. Accusano di non aver nemmeno reso pubblici i criteri utilizzati per l’individuazione delle domande errate e di non aver dato un bonus aggiuntivo ai candidati adesso penalizzati, attribuzione che chiedono da più parti, mentre non mancano le minacce di azioni legali. C’è anche, infine, chi ha chiamato in causa il Presidente della Repubblica Napolitano, per portarlo a conoscenza dello scandalo del Tfa e per chiedere modalità di valutazione davvero consone a chi dovrà diventare un insegnante. Tutto questo perché per troppi, a partire dai decani della cultura umanistica, i quiz proposti sono un vero insulto alla cultura.

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