Tessere false e cittadini iscritti a loro insaputa, il Pdl vicentino nei guai
Tessere false e cittadini iscritti al partito a loro insaputa, è quello che si sta delineando nella vicenda che coinvolge il Pdl vicentino accusato di aver usato nomi e firme false per aumentare il numero degli iscritti. Per il Popolo della Libertà ci potrebbero essere dei seri guai visto che anche la Procura di Vicenza ha avviato un'indagine a seguito di una denuncia anonima e si appresta ad ascoltare come persone informate dei fatti numerosi cittadini coinvolti nella vicenda. All'apparenza i tesseramenti del 2011 nel vicentino sembravano essere andati bene per il partito dell'ex Premier Berlusconi visto che le domande di adesione erano state quasi sedicimila, ma purtroppo qualcuno deve aver fatto il furbo, visto che molte di queste presentano delle irregolarità, come la mancanza della fotocopia della carta d'identità.
La procura sta indagando e nei prossimi giorni continuerà ad ascoltare atri testimoni, dalle voci sembra che tra i tanti chiamati a testimoniare la maggioranza di essi siano cacciatori e si fa largo il sospetto che qualcuno abbia semplicemente fatto il copia ed incolla dall'elenco dei cacciatori della zona a quello del Popolo della Libertà. Il caso curioso è che nell'elenco compaiono anche esponenti politici di altri partiti tra cui la Lega e l'Udc e persino un parlamentare di Fli, Giorgio Conte. Il deputato finiano conferma la sua presenza negli elenchi del Pdl ma ovviamente di quella richiesta di iscrizione non ne sa nulla, così come non sa nulla della presenza nella stessa lista della compagna e del suocero. Ma le stranezze nell'elenco non finiscono qui, con la presenza di alcuni esponenti del partito ormai deceduti come Ermenegildo Zanettin.
Dal Pdl c'è imbarazzo, ma le numerose richieste di adesione già avevano insospettito la dirigenza del partito che ora corre ai ripari. Proprio il figlio del defunto iscritto, Pierantonio Zanettin, coordinatore provinciale del partito, ricorda che nell'elenco compaiono per sbaglio anche i nomi di chi aveva una tessera in passato pur non avendola più rinnovata e che dunque si tratta solo di un errore tecnico. L'ex Ministro e governatore veneto Giancarlo Galan non ci sta e si scaglia contro "un modo di fare politica di 30 anni fa, che io rifiuto", sotto la lente del partito resta Sergio Berlato conosciuto per le migliaia di tessere che porta in dote che, però, interpellato rigetta ogni accusa. Anche se la vicenda non porterà ad alcun risvolto penale, per il Popolo della libertà non è certo una bella figura in vista dei congressi in cui si decideranno i nuovi leader del partito.