Terzi: “I due tecnici rapiti in Siria al sicuro e verso l’Italia”
La notizia della liberazione dei due italiani rapiti in Siria era finalmente diventata ufficiale ieri quando Oriano Cantani e Domenico Tedeschi, tecnici che lavoravano per l’Ansaldo in una centrale elettrica vicino Damasco, sono apparsi alla tv pubblica siriana che ha annunciato il rilascio degli italiani. I due hanno subito detto di stare bene ma di non voler parlare fino al loro rientro in Italia e, sulla loro storia, è intervenuto oggi il titolare della Farnesina, Giulio Terzi. Il ministro ha assicurato che Cantani e Tedeschi, che erano stati rapiti lo scorso 18 luglio, sono finalmente al sicuro e che stanno facendo rientro in Italia. Lo stesso ministro Terzi ha sottolineato la grandissima soddisfazione per la positiva soluzione della vicenda e ha manifestato gratitudine per tutti gli apparati dello Stato che hanno lavorato a questo risultato.
Attendiamo già nelle prossime ore in Italia i nostri due connazionali con sentimenti di forte sollievo, considerati i gravissimi rischi che hanno corso per la loro incolumità in un Paese sconvolto da inaccessibili violenze di cui sono vittima soprattutto i civili innocenti.
L’appello a non recarsi in Siria – Giulio Terzi, nel parlare dei due tecnici finalmente liberi, ha anche voluto nuovamente fare un appello ai cittadini italiani affinché evitino di recarsi in Siria in questo periodo. Più volte nelle scorse settimane la Farnesina ha diffuso quanto ribadito dal ministro, la situazione nel paese di Assad diventa infatti di giorno in giorno più drammatica. Nella sola giornata di ieri sono morte 168 persone mentre oggi la guerra continua senza sosta ad Aleppo.
Il Papa: “Mettere fine allo spargimento di sangue in Siria” – Anche Papa Benedetto XVI, durante l’Angelus, ha rinnovato il suo appello per la Siria, affinché si riesca a fermare la violenza e lo spargimento di sangue. “Continuo a seguire con apprensione i tragici e crescenti episodi di violenza in Siria con la triste sequenza di morti e feriti anche tra i civili e un ingente numero di sfollati interni e di rifugiati nei Paesi limitrofi”. Per il Papa non dovrà essere risparmiato “alcuno sforzo nella ricerca della pace, anche da parte della comunità internazionale”.