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Terrorismo, Stucchi (Copasir): “No rischio concreto, ma basta con zone franche in città”

Secondo il presidente del Copasir, gli attentati di Bruxelles hanno mostrato gli evidenti limiti dell’Intelligence, che non ha saputo cogliere quella che di lì a poche ore sarebbe stata l’evoluzione degli eventi, dopo l’arresto del super-ricercato Salah Abdeslam. Per l’Italia attualmente non ci sarebbe alcun rischio concreto, ma gli obiettivi sensibili rimangono costantemente monitorati per captare eventuali segnali.
A cura di C. M.
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"L’attacco al cuore dell’Europa è rivolto a un mondo, quello occidentale, e a delle istituzioni, quelle dell’Ue, messe sotto assedio dal terrorismo internazionale di matrice islamico-radicale. Ma se è vero che gli attentati nella metropolitana e nell’aeroporto internazionale di Bruxelles hanno reso chiara l’entità del pericolo terroristico,  lo è altrettanto il fatto che  in Belgio ci sono  stati errori e incapacità imbarazzanti perchè,  a fronte di situazioni che si sono ripetute nei mesi scorsi, non si è stati in grado di porre in essere una politica di sicurezza che portasse a risultati concreti". Queste le parole del presidente del Copasir, il senatore Giacomo Stucchi, a commento degli attentati di Bruxelles.

Evidenti i limiti dell'Intelligence, che non ha saputo cogliere quella che di lì a poche ore sarebbe stata l'evoluzione degli eventi, dopo l'arresto del super-ricercato Salah Abdeslam: "Anche di fronte agli eventi di pochi mesi prima, non si è stati in grado di capire ciò che stava avvenendo; compresa la circostanza che l'arresto di Salah avrebbe portato a un'accelerazione dell’attività dei terroristi. E quando non si riesce a fare questa semplice analisi, vuol dire che ci sono dei limiti che vanno assolutamente superati per non mettere a repentaglio tutta la sicurezza internazionale", ha proseguito Stucchi.

Secondo il presidente del Copasir, l'Italia figurerebbe tra i paesi a rischio terrorismo, ma per ora nessun segnale concreto è pervenuto ai servizi segreti: "Il livello di rischio per l'Italia è di certo significativo anche se non c'è  alcun segnale evidente che porti a dire che c'è il passaggio dalla possibilità alla probabilità che qualcosa possa accadere da noi come in altri Paesi occidentali.

"E' necessario tenere alta la guardia – prosegue Stucchi – e porre in essere tutte le misure di prevenzione sapendo che i bersagli possibili sono innumerevoli, sia gli obiettivi sensibili sia i soft target. I  terroristi cercano il gesto eclatante e affinché il loro atto criminale possa avere una risonanza mondiale conta più  il numero delle vittime che il luogo. Certo, ritenere che un maggiore investimento sulla cultura possa risolvere tutto, come continua a sostenere il governo Renzi,  non mi trova d'accordo. Basti pensare ai  ghetti delle nostre città dove da anni vivono  persone che rifiutano la nostra cultura, non parlano nemmeno la nostra lingua e, soprattutto,  non conoscono e non rispettano le nostre leggi. Certe zone franche, nell'attuale contesto, non possono più essere tollerate".

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