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Terremoto, CGIL: “Operai sfruttati 14 ore al giorno nella costruzione delle casette”

La Fillea CGIL ha denunciato condizioni di sfruttamento dei lavoratori che operano nella realizzazione delle casette per i terremotati: 14 ore al giorno sui cantieri, nessun accordo sindacale e infortuni gravi sempre dietro l’angolo. Come quello che alcuni giorni fa ha visto protagonista un geometra, schiacciato da un escavatore. O quello che a luglio ha causato la morte di un operaio che costruiva la scuola di Arquata del Tronto.
A cura di Davide Falcioni
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Stava supervisionando l'andamento dei lavori per la costruzione delle Sae – le "soluzioni abitative emergenziali" che spettano ai terremotati che ne hanno fatto richiesta – quando la pala di un escavatore l'ha travolto schiacciandolo contro un tombino di cemento. E' accaduto a Muccia, in provincia di Macerata, appena due settimane fa. L'infortunio ha visto protagonista un geometra di 41 anni della ditta Francucci, una delle tante alle quali sono stati affidati i lavori in tutto il cratere: D.M. è rimasto schiacciato tra il braccio meccanico e il cemento del tombino per interminabili minuti, fino a quando i suoi colleghi non l'hanno liberato e un'eliambulanza l'ha trasportato all'ospedale Torrette di Ancona, dove gli sono state diagnosticate numerose fratture ed è stato ricoverato per giorni in prognosi riservata.

L'incidente di Muccia non è stato un episodio isolato: il 13 luglio ad Arquata del Tronto un altro operaio, dipendente di una ditta del Nord Italia che stava costruendo la nuova scuola del borgo, è stato schiacciato da due pareti modulari in legno mentre erano in corso le operazioni di scarico delle stesse da un tir. L'operaio, le cui condizioni sono apparse subito disperate, è deceduto dopo il trasporto ad Ancona in elicottero.

La CGIL: "Gli operai lavorano nei cantieri della ricostruzione 14 ore al giorno"

Quelli descritti sono i due episodi più gravi di infortuni sul lavoro nell'area dei terremoti del 2016. Incidenti meno gravi sono frequenti ed è stato Massimo De Luca, segretario provinciale di Macerata della Fillea (Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell’ Edilizia, delle industrie Affini ed estrattive) a lanciare l'allarme sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori. Nelle aree adibite alla realizzazione delle Sae operano "pochi operai che rincorrono i cantieri lavorando 14 ore al giorno senza nessun accordo sindacale”. Per ogni area Sae “ci sono almeno 8 subappalti e solo una minoranza applica il contratto edile, anche se vige il contratto nazionale”, sostiene De Luca, in un'intervista rilasciata a Cronache Maceratesi. Inoltre “con la Protezione civile non abbiamo avuto modo di interfacciarci per stabilire un percorso di regole. Ci siamo messi a disposizione per stabilire turni di lavoro 7 giorni su 7 con squadre certe e regolari. Si cela tutto dietro la parola emergenza. La Regione forse non lo sa, ma gli operai già lavorano notte e giorno, senza nessun accordo sindacale in barba a qualsiasi norma".

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La denuncia del sindacalista è dura. E se a 14 mesi dal primo terremoto i ritardi sono ormai acclarati e un altro inverno è alle porte, ciò non significa che gli operai che lavorano alla costruzione delle aree Sae debbano farlo senza alcun diritto e in condizioni di costante pericolo: "La denuncia mensile delle ore di lavoro – spiega De Luca – riporta massimo 100, 105 ore, ma sono molte di più. Qua si fa finta di essere in regola. Perché già oggi lavorano 14 ore al giorno 7 giorni su 7. Il problema è che sono pochi. Per cui anche durante la costruzione abbiamo i cantieri deserti perché i pochi operai rincorrono i vari cantieri lasciando le altre aree totalmente alla mercé di tutti”. Ciò, secondo la CGIL, accade per via degli appalti assegnati alla dita che offre il prezzo più basso: "Abbiamo avuto nei cantieri Sae ribassi scandalosi del 30 o 40 percento. Ecco il risultato, una cosa drammatica. Dove c’è una giungla si crea questo: ritardi, lavori approssimativi e purtroppo iniziano a esserci infortuni, come quello gravissimo a Muccia.

La situazione descritta dal responsabile della Fillea è estremamente grave e non stupisce, quindi, che capitino infortuni anche molto gravi. Nel cratere maceratese – il più esteso in assoluto –  “il 95 percento degli operai mangiano nel cantiere. Hanno appena il tempo di mangiarsi il panino, solo la sera raggiungono le mense con mille problemi, verso le 9 o 10 di sera”. "Siamo stati fortunati con il tempo, non ha piovuto praticamente mai. Ma se le casette non sono finite a breve – conclude De Luca – le intemperie invernali non faranno altro che rovinare quel poco fatto".

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