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Termini Imerese chiude i cancelli: ultimo giorno della Fiat in Sicilia

Dopo 41 anni di attività chiude lo stabilimento siciliano della Fiat. Le tute blu, preoccupate per il loro futuro ancora non definito, promettono battaglia fin quando non sarà firmato un accordo che riesca a salvare tutto il personale. Mercoledì prossimo ci sarà un nuovo incontro tra le parti a Roma.
A cura di Susanna Picone
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Termini Imerese chiude i cancelli: ultimo giorno della Fiat in Sicilia

È arrivato l’epilogo per Termini Imerese: ieri pomeriggio l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma tra Lingotto, Regione, Invitalia e Dr Motor, l’azienda che dovrà rilevare lo stabilimento di Palermo, che difatti si è concluso con un nulla di fatto ed oggi, per l’ultima volta, 1566 tute blu hanno varcato i cancelli dello stabilimento prima della cassa integrazione che li accompagnerà fino al  31 dicembre, giorno della definitiva chiusura della fabbrica.

Da mesi le parti stanno lavorando per trovare un accordo per salvare gli operai di Termini Imerese in esubero vicini all’età pensionabile: il Lingotto non sarebbe disposto a sostenere interamente il peso finanziario dell’operazione che si aggira sui 17 milioni di euro. L’incentivo offerto dalla Fiat non sarebbe infatti sufficiente per colmare il deficit occupazionale stimato; secondo le stime sindacali il Lingotto riuscirebbe a salvare solo 511 persone su un totale di 650.

Gli operai dello stabilimento di Termini Imerese continuano la loro protesta

“ Chiude oggi uno degli stabilimenti storici di un gruppo da sempre simbolo di capacità produttiva e di indentità nazionale. ”
Elsa Fornero
Da qui la nuova protesta degli operai della Fiat che, al termine di un’assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento, hanno deciso che impediranno l’uscita delle ultime auto dall’azienda, circa cinquecento “Lancia Y” pronte per essere consegnate e che, nei piani degli operai, resteranno bloccate nello stabilimento.

“Da qui non ce ne andremo finché non sarà firmato un accordo che garantisca tutto il personale”, si sente dalla voce di Roberto Mastrosimone, esponente della Fiom. Maurizio Landini, segretario della Fiom, ha invece detto che la Fiat ha assunto un “atteggiamento arrogante” visto che per l’accompagnamento dei lavoratori di Termini alla pensione “non vuole utilizzare le stesse tabelle applicate a Pomigliano e Cassino”.

Il malcontento tra gli operai che in questi mesi hanno provato a salvare il loro stabilimento e che non possono ancora immaginare il proprio futuro è dunque forte, altrettanto forti sono gli insulti e la rabbia che questi hanno sfogato sui vertici della Fiat e sui politici di ogni schieramento. La chiusura ufficiale dei cancelli di Termini è ormai vicina e ad oggi non esistono ancora risposte definitive: anche il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, ha fatto sapere che se dovesse venir meno un’intesa sui numeri dell’accompagnamento alla pensione tutto il piano di riconversione del sito sarebbe compromesso: “Senza certezze sugli esuberi salta tutto, potrebbe venire meno il piano di Dr Motor, che prevede l’occupazione di 1312 persone su 2200”.

Per ora intanto gli operai fanno sapere di voler portare avanti l’ennesima forma di protesta mentre un nuovo incontro a Roma dove saranno presenti anche i sindacati è previsto per mercoledì prossimo.

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