Teresa e Trifone, i fidanzati uccisi a Pordenone: perché Giosuè Ruotolo è stato condannato
Ergastolo con isolamento diurno per due anni. È questa la sentenza di condanna pronunciata lo scorso novembre dai giudici della Corte d'Assise del tribunale di Udine nel processo a carico di Giosuè Ruotolo, ventottenne di Somma Vesuviana (Napoli) unico imputato per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza. Ruotolo per i giudici era presente nel parcheggio del Palazzetto dello Sport di Pordenone al momento dell’omicidio dei due giovani, uccisi a colpi di pistola la sera del 17 marzo 2015. È questo quanto scrivono i giudici nelle 260 pagine di motivazione della sentenza con cui hanno condannato l’ex coinquilino e collega del militare di Adelfia (Bari) assassinato insieme alla sua fidanzata. Nelle motivazioni della sentenza si legge che “ogni diversa ricostruzione del tempo in cui Ruotolo si sarebbe mosso dal parcheggio, proposta dalla difesa, prevede velocità della vettura illogiche di per sé e incoerenti con dati di fatto inequivoci”. La presenza dell'unico imputato per il duplice omicidio di Pordonone sul luogo del delitto è uno degli indizi emersi considerati dai giudici e che “per la loro gravità, univocità e concordanza, consentono di attribuire – si legge ancora nelle motivazioni -, al di là di ogni ragionevole dubbio a Giosuè Ruotolo l'azione omicidiaria”. Per la Corte d’assise di Udine tutte le piste alternative al delitto di Teresa e Trifone sono state vagliate e sono del tutto prive di fondamento. Da parte sua Giosuè Ruotolo si è detto innocente ed estraneo alla vicenda sin dall’inizio.
L'omicidio dei fidanzati di Pordenone
Il duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone è avvenuto nel parcheggio del Palazzetto dello Sport di Pordenone la sera del 17 marzo del 2015. I due fidanzati sono stati raggiunti da diversi colpi di una Beretta 765 alla testa e sono stati trovati morti all'interno della loro auto. L’ipotesi iniziale è stata quella di un omicidio-suicidio, ma gli esami successivi hanno invece ricostruito un’altra verità. Qualche mese dopo il delitto il nome di Giosuè Ruotolo, commilitone di Trifone e suo ex coinquilino, è stato inserito nel registro degli indagati. Poi l’arresto il 7 marzo del 2016.