Tav, Conte stoppa l’opera: “Non sono convinto che il progetto vada realizzato, ho forti dubbi”
Dopo un lungo vertice notturno sulla Tav i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, non sono ancora riusciti a mettersi d'accordo. La riunione di ieri è stata dedicata all'approfondimento dell'analisi costi-benefici acquisita dal Mit. Spetta al premier Conte trovare una sintesi. Dal governo annunciano nuovi incontri, per trovare la quadra. Il presidente del Consiglio parla di "criticità" e situazione "complicata". Entro lunedì prossimo dovrebbero essere pubblicati i bandi di gara per la realizzazione della Tav per oltre 2 miliardi di euro, pena la perdita di 300 milioni di euro, soldi stanziati dall'Unione europea. Il premier Conte ha convocato oggi a Palazzo Chigi Mario Virano, direttore generale di Telt, la società pubblica italo-francese incaricata di realizzare e poi gestire la Torino-Lione.
Conte in conferenza stampa non ha però fornito indicazione in merito ai bandi, segno che una decisione finale ancora non c'è: "Stiamo sviscerando il tema bandi dal punto di vista legale: abbiamo due sensibilità differenti. Ieri non abbiamo litigato. Siamo in uno stallo anche sui bandi, scioglieremo la riserva entro lunedì".
Il presidente del Consiglio ha dato conto dell'incontro di ieri sera, esprimendo i suoi dubbi sulla realizzazione del progetto: "Non esiste alcuna dichiarazione mia, che mi abbia visto favorevole o contrario alla Tav. Nessuna posizione a favore o contro. Da quando sono premier ho deciso di affrontare questa questione con equilibrio e senza pregiudizi".
"Questo percorso muove dal contratto di governo. Le forze politiche sono impegnate a una ridiscussione integrale del progetto. Se siamo qui a ragionare sul dossier è solo perché siamo impegnati in una ridiscussione prima tecnica e poi politica dell'opera. Pretendo che questa decisione non sia frutto di schemi ideologici. Non possiamo affidarci alla tattica, ma dobbiamo cercare la soluzione migliore nell'interesse dei cittadini. Seguendo ovviamente l'analisi costi-benefici fatta dai tecnici accreditati. Il pool di Ponti ha consegnato l'elaborato, che noi abbiamo letto e studiato. Per noi sono loro il punto di riferimento, cioè gli esperti nominati dal ministro Toninelli. Al vertice di ieri sono intervenuti due rappresentati della commissione. Abbiamo fatto dialogare esperti delle differenti parti. Lo dico pubblicamente: seguendo il dibattito pubblico io stesso avevo dubitato dell'analisi costi-benefici, dopo lo stress test di ieri sera non nutro più alcun dubbio sulla scientificità quel dossier. Io non ho mai detto che si sarebbe solo affidata all'analisi costi-benefici la decisione finale. È la politica, e quindi il governo a decidere. Io alla fine di tutto vi confesso che non sono convinto che questo progetto vada realizzato. Se lo dovessimo cantierizzare oggi mi batterei perché non sia realizzato. Lo dico perché voglio che i cittadini italiani siano messi al corrente costantemente. In linea di massima ci sono ragioni che spingono a favore dell'opera: la riduzione del traffico stradale, l'impatto ambientale, la limitazione dell'inquinamento acustico. Però ci sono elementi negativi che superano quelli positivi: i flussi del trasporto sarebbero inferiori rispetto ai precedenti calcoli. E questo dato fa pendere l'ago verso il no all'opera".
Poi ha continuato: "L'unica strada è proseguire, alla luce di ciò che emerso, alla luce dei forti dubbi emersi, e me ne assumo la responsabilità, l'unica strada che credo sia d'obbligo è procedere ad un'interlocuzione con i partner di questo progetto, Francia e Ue, per condividere questi dubbi e le perplessità. A noi sembra che non si perda credibilità se si portano sul tavolo argomenti che ci spingono a interrogarci sull'attuale convenienza di un'opera concepita dieci anni fa. Condivideremo le nostre ragioni con gli altri partner".
Per il premier non ci sono comunque rischi per la tenuta dell'esecutivo: "Escludo che da questo confronto possa nascere una crisi di governo". Ma le posizioni dei due alleati di governo non cambiano. Per il M5S l'alta velocità Torino-Lione non sarebbe una priorità. Nel contratto di governo era esplicitata la necessità di ridiscutere interamente l'opera. Per il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli al momento non sarebbe stato scavato "nemmeno un centimetro". Ma per la Lega la Tav è necessaria per la crescita del Nord e non solo, e per questo la conferma dei bandi è considerata un passaggio fondamentale.
"Tav e infrastrutture veloci, sicure e moderne servono non solo alle imprese, ma a tutta Italia. Giusto approfondire i costi reali e chiedere di più a Francia ed Europa, ma impensabile bloccare i bandi". hanno sottolineato i governatori leghisti di Lombardia e Veneto Attilio Fontana e Luca Zaia.
"Per fermare il Tav ci sono due passaggi. Il primo è quello del blocco dei bandi (sui quali bisogna decidere entro questo lunedì) e ciò può avvenire o tramite una delibera del Cdm o tramite un atto bilaterale Italia – Francia che intervenga direttamente sul CdA di Telt. Il secondo è quello del passaggio parlamentare per il no definitivo all'opera. Su tutti e due questi passaggi non c'è un accordo tra le due forze di governo", ha scritto Luigi Di Maio nella lettera inviata ai parlamentari in vista dell'assemblea di questa sera. Il Movimento Cinque Stelle vorrebbe portare già oggi in Consiglio dei ministri un dpcm per fermare i bandi. A una mossa del genere la Lega è pronta ad opporsi, votando in Consiglio contro lo stop ai bandi Tav.
E intanto sul dossier alta velocità continua il pressing da parte della Francia. Parigi ha "firmato un trattato con l'Italia che prevede la realizzazione di questo tunnel: spero che gli italiani ci diranno domani che realizzeranno il tunnel insieme a noi – ha detto la ministra francese dei Trasporti, Elisabeth Borne – Non faremo un tunnel da soli: spero che domani diranno sì", ha insistito Borne riferendosi al governo di Roma. E ancora: "Confido che gli italiani confermino il loro impegno".
"Siamo pronti alla mobilitazione se i bandi per la Tav non saranno sbloccati", hanno fatto sapere i rappresentanti delle imprese, del lavoro, della cooperazione e delle professioni di Torino e del Piemonte. "La mobilitazione coinvolgerà tutte le componenti – imprese manifatturiere e dei servizi, trasporto, commercio, edili, agricole, e i lavoratori – sulla base delle possibilità di ogni associazione e categoria produttiva. Le iniziative verranno rese note in dettaglio in relazione alle scelte del governo".