Tav, M5S ora vuole bloccarla: consiglio comunale di Torino approva odg contro alta velocità
AGGIORNAMENTO: Il Consiglio comunale di Torino ha approvato l'ordine del giorno presentato dal MoVimento 5 Stelle in cui si esprime contrarietà alla Tav, chiedendo di sospendere l'opera in attesa dei risultati dell'analisi su costi e benefici. I voti favorevoli sono stati 23, i contrari due. Il voto è stato commentato anche da Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio: "Bene la votazione del Consiglio comunale di Torino sul Tav! Presto io e Danilo Toninelli incontreremo Chiara Appendino per continuare a dare attuazione al contratto di Governo". Prima del voto i consiglieri del centrosinistra sono stati espulsi dall'aula per aver esposto alcuni cartelli a favore della Tav.
Il Movimento Cinque Stelle, dopo lo schiaffo dato alle comunità pugliesi per l'ok dato dal governo al gasdotto Tap, ora vuole bloccare la linea ad alta velocità Torino-Lione. Oggi è un giorno cruciale: in consiglio comunale a Torino la sindaca Chiara Appendino ha proposto di votare contro la Tav e per la sospensione dei lavori, questo l'ordine del giorno che sarà votato oggi pomeriggio nella sala Rossa. Si tratta del primo documento contrario all'opera a essere votato nel capoluogo piemontese.
Una netta presa di posizione, resasi necessaria anche per recuperare terreno, dopo le proteste che si sono susseguite per tutta la giornata di ieri in Salento, dopo che gli attivisti ‘No Tap' hanno appreso che, contrariamente a quanto aveva promesso il M5S in campagna elettorale, il progetto non può essere stoppato, per via dei costi troppo elevati, e perché, secondo le valutazioni del ministero dell'Ambiente, non si sarebbe stata alcuna irregolarità nella concessione delle autorizzazioni. Ora è il momento della Tav: il Movimento adesso vuole andare incontro ai ‘No Tav'. Questo il contenuto del documento che sarà discusso oggi in Comune: "Valutare, in alternativa al Tav, la promozione dell'utilizzo dell'intera linea esistente tra Torino e Modane, sospendere qualunque operazione indirizzata all'avanzamento dell'opera finché non sia terminata l'analisi Costi-Benefici, ridiscutere gli accordi con lo stato francese e revocare la nomina dell'attuale direttore generale di Telt e abolire il ruolo di commissario straordinario del governo per la Torino-Lione, sospendere le attività dell'Osservatorio Torino Lione in attesa di ridefinirne gli obiettivi e le funzioni". I lavori dovrebbero iniziare nel 2019, con un costo complessivo stimato di 8,6 miliardi di euro, di cui il 40% a carico della Ue, il 35% a carico dell'Italia, il 25% della Francia. Attualmente per la Torino-Lione sono impiegate circa 800 persone, secondo i dati diffusi da Telt, la società italo-francese incaricata di costruire e gestire la nuova ferrovia che dovrebbe entrare in servizio nel 2030.
L'infrastruttura è considerata necessaria dalle associazioni di impresa: "La Torino-Lione non è un capriccio di pochi, ma un investimento per il futuro di tutti", e chiedono che la linea ferroviaria sia fatta "presto e bene". L'appello è firmato da Api, Unione Industriale, Amma, Ascom, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Ance, Aniem e Confapi, che saranno tutte presenti oggi in consiglio comunale.
Ma il commissario straordinario del governo per la Torino-Lione, Paolo Foietta, ha avvisato che, in caso di sospensione del progetto, anche in assenza di penali, l'Italia spenderebbe "più di 4 miliardi anziché i 2,9 miliardi previsti per avere un'opera nuova, aggiornata, di rango europeo". E ha aggiunto: "L'impatto ambientale mi sembra che sia tutto da dimostrare, mi pare che anche gli oppositori ne parlino sempre meno. Per quanto riguarda i traffici su quell'asse, ci sono 173 miliardi di interscambio economico, il 35% di quello che noi facciamo con l'Unione europea". Foietta è convinto che il blocco della Tav sia il frutto di un accordo politico Lega-M5S, per sbloccare appunto i lavori per la Tap (che per il Carroccio è un'opera strategica) per il Terzo valico e per le opere che interessano il Lombardo-Veneto.
"Le decisioni implicano anche delle polemiche. Sicuramente anche la realizzazione in Valtellina di questa importante opera viabilistica non ha trovato tutti d'accordo, ma bisogna andare avanti. C'è senso di responsabilità nel Governo, le cose che devono essere fatte si fanno. Facciamo molte cose giuste", ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti a margine dell'inaugurazione della nuova tangenziale di Morbegno (Sondrio).
Foietta su Repubblica attacca il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: "Non l'ho incontrato neppure una volta. Sono stato nominato dal Presidente della Repubblica e rispondo al ministro delle Infrastrutture, e al presidente del Consiglio. Sono tenuto a riferire ufficialmente a loro del mio operato, ma anche loro sono tenuti ad ascoltarmi. Ormai, da sei mesi, non ricevo più alcuna risposta, non mi stanno mettendo in condizione di operare. E questo è grave. La mia denuncia è soprattutto politica".
Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, rimanda al mittente le accuse: "Ricordo che il governo non ha fatto nulla finora per ritardare l'esecuzione dell'opera, non c'è alcun atto che va verso lo stop". La posizione della Lega sull'alta velocità Torino-Lione è nota: "Si tratta di un'opera fondamentale. Rispettiamo però gli impegni presi nel contratto di governo con i Cinque Stelle, che ci chiedono una riflessione su costi e modalità di realizzazione – ha chiarito Molinari – Aspettiamo anche di capire cosa vogliono fare i francesi, pare stiano valutando di rinviare di cinque anni la conclusione della Tav. È un progetto transnazionale, non la possiamo fare da soli".
Intanto oltre 4500 firme di una petizione su Change.org, lanciata da Mino Giachino, sottosegretario ai Trasporti nell'ultimo governo Berlusconi, e dall'ex ministro Francesco, saranno consegnate al viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, e alla sindaca di Torino.
Il M5S ribadisce la sua posizione
Il capogruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera Francesco D'Uva ha risposto così alle critiche: "Nel Contratto di governo abbiamo messo nero su bianco le nostre intenzioni rispetto alla Tav Torino-Lione e non c'è ragione di procedere diversamente. Nel rispetto degli accordi con la Francia, l'opera si ridiscute integralmente e intanto è in via di completamento, come previsto per tutte le grandi opere, l'analisi costi-benefici che, ricordiamo, il ministro Toninelli ha affidato a un pool di esperti indipendenti e qualificati. Anche in questo caso, il faro per noi è l'interesse della collettività a fruire di opere utili e non inutilmente dispendiose. Sull'Alta velocità Torino-Lione trarremo le nostre conclusioni alla luce dei risultati dell'analisi costi-benefici".
Il concetto è ribadito anche dal vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, intervenuto da Marcianise: "Con Salvini non c'è nessun chiarimento da fare: per quanto mi riguarda la Tav, quindi la rinegoziazione del progetto Tav è dentro il contratto di governo".