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Tav, la commissione per l’analisi costi-benefici non c’è: scontro tra Pd e Toninelli

La nomina della commissione per l’analisi costi-benefici della Tav ancora non c’è, almeno ufficialmente. Ma i consulenti continuano il loro lavoro. Scontro tra il deputato del Pd, Davide Gariglio, che ha reso pubblica la notizia, e il ministero delle Infrastrutture: Gariglio spiega a Fanpage.it cosa comporta l’attesa dell’ufficializzazione della nomina.
A cura di Stefano Rizzuti
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Se la Tav si farà o meno ancora non si sa. Ma intanto la polemica si apre sulla commissione nominata dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli che ha il compito di effettuare un’analisi costi-benefici su tutte le grandi opere. Compresa, probabilmente, la Torino-Lione. Una commissione che, ad oggi, sembra ancora non esserci, secondo l’accusa lanciata dal Pd e dal deputato torinese Davide Gariglio. Ieri Gariglio ha chiesto al ministero l’atto di nomina dei commissario, un atto che in effetti – almeno formalmente – ancora non c’è perché aspetta la validazione della Corte dei Conti. Il che, come precisa lo stesso ministero guidato da Toninelli, non vuol dire che i consulenti scelti non siano al lavoro.

Alle accuse di Gariglio, che ha fatto emergere come il ministero abbia inviato solo in questi giorni una risposta ai rilievi mossi dalla magistratura contabile, ha risposto oggi il Mit, sottolineando che in effetti le nomine devono essere valutate dalla Corte dei Conti. Ma “il controllo della magistratura contabile integra un atto che è in sé già perfetto e compiuto. Non si può affatto sostenere che l’atto di nomina sia privo di una provvisoria efficacia”. A parlare oggi è stato anche Marco Ponti, membro della commissione voluta da Toninelli. Ponti ha spiegato a Radio Popolare che la commissione “non esiste formalmente” ma che c’è un gruppo di consulenti che è al lavoro nonostante l’assenza di un atto ufficiale.

Gariglio a Fanpage: “Fermi da 4 mesi, costa miliardi"

Il deputato del Pd Gariglio, che ha sollevato il caso, contattato telefonicamente da Fanpage.it replica alla risposta del ministero, spiegando che è vero che “l’atto è valido” da un punto di vista del diritto. Però “non è efficace finché non c’è la registrazione della Corte dei Conti”. In sostanza, “se poi lo registra va bene e sana i diritti che erano stati stabiliti, ma ad oggi non è efficace, seppur valido”. Il vero nodo della questione, per il deputato dem, è però quello dei tempi: “A 120 giorni dall’annuncio della commissione da parte del ministro non è ancora stato registrato l’atto. L’atto di nomina riguarda singole persone, quindi evidentemente i rilievi non sono sull’ammontare della spesa ma sulla carenza dei requisiti soggettivi dei nominati. Infatti non mi è stato dato né un cv né un atto di nomina nonostante la mia richiesta”.

Il governo non ha tenuto conto dell’urgenza della questione, secondo Gariglio: “Sono passati quattro mesi, la Corte dei Conti ha ritenuto ci siano dei vizi e nonostante l’estrema urgenza il ministero ha risposto solo ieri. Si tiene ferma l’opera con costi per miliardi di euro”. Secondo il deputato torinese “è sconcertante che non si sappia con quali criteri” siano stati scelti i commissari. E se la Corte dei Conti dovesse bocciare la nomina, il giudizio della commissione “avrebbe la stessa rilevanza di un centro studi: è come se fossero degli amici del ministro che hanno parlato con lui per dargli un consiglio. Ma qui parliamo di un’opera che tira in ballo miliardi di euro”. E i tempi per il giudizio della commissione, comunque, rischiano di allungarsi: “Sarebbe curioso se la commissione a una settimana dalla nomina ufficiale avesse già finito il lavoro”.

Gariglio commenta anche un’altra dichiarazione, quella di Luigi Di Maio: oggi il vicepresidente del Consiglio ha sottolineato che nel contratto di governo per la Tav non è prevista l’analisi costi-benefici. E nel contratto si prevede in effetti l’impegno a ridiscutere integralmente il progetto “nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”. Il deputato del Pd ritiene poco chiare le parole di Di Maio, che in effetti non spiega cosa intenda dire con questa frase. “Ritengo – prosegue Gariglio – che abbia voluto dire che l’analisi tocca tutte le opere ma non la Tav che non si discute. C’è nel contratto e quindi non si fa, viene ridiscussa. Credo siano in preda a una crisi di nervi”. Comunque, il deputato del Pd rimane ottimista: la Tav, per lui, si farà, perché “la Lega non può consentire di bloccare l’opera senza perdere la faccia, piuttosto fa cadere il governo. Ci faranno perdere tempo, rinvieranno a dopo le elezioni europee, ma la faranno”.

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