Tatuaggi, il ministero della Salute ritira 9 inchiostri: sono cancerogeni
Diversi colori utilizzati per i tatuaggi sono stati ritirati dal mercato italiano perché contenenti sostanze cancerogene. Il richiamo e divieto di vendita di questi inchiostri è stato disposto dal ministero della Salute dopo che delle analisi a campione hanno evidenziato, appunto, la presenza di sostanze chimiche pericolose. Sono nove gli avvisi apparsi negli ultimi giorni – il primo è stato pubblicato il 21 marzo scorso e l’ultimo oggi 26 marzo – nella sezione “Avvisi di sicurezza” del sito del dicastero. Green Beret, Black Mamba, Sailor Jerry Red, Hot Pink, sono alcuni dei nomi degli inchiostri per tatuaggi per i quali il ministero ha disposto il richiamo e il divieto di vendita. Per “Blue Iris”, pigmento prodotto in America della marca Perma Blend World Famous Inc, viene indicato un rischio “chimico-allergogeno” nella nota del ministero del 21 marzo. Rischio “chimico/cancerogeno” per il pigmento per tatuaggi “Lining Red Light”, sempre prodotto negli Stati Uniti; quello “Lining Green”; il pigmento “Banana cream”; “Hot pink” e “Green Beret”.
I pigmenti per tatuaggi ritirati dal ministero della Salute – Risale alla giornata di ieri, lunedì 25 marzo, la pubblicazione del richiamo del pigmento per tatuaggio “Black Mamba” della marca Black Ink: anche in questo caso, si legge sul sito, il rischio è “chimico/cancerogeno”. “Le analisi sono state eseguite dalla Agenzia Provinciale per l’Ambiente del Piemonte, che hanno documentato presenza di: IPA TOT = 0,635 + 0,092 mg/kg Benzo(a)Pirene= 45,5 + 20,0 microgrammi /kg. I pigmenti non risultano conformi alla Risoluzione Europea 2008 Res AP (2008)1”, riporta l’avviso del dicastero. Rischio chimico per il pigmento “Sailer Jerry Red” della marca World Famous Tattoo Ink. L’ultimo avviso apparso sul sito del ministero della Salute è quello relativo al richiamo per rischio chimico/cancerogeno del pigmento “Dubai Gold”, sempre prodotto negli Stati Uniti. Le sostanze trovate nei pigmenti vanno dalle ammine aromatiche, come toluidina e anisidina, agli idrocarburi policiclici aromatici, altre sostanze inserite da tempo tra i cancerogeni. Gli inchiostri sono stati ritirati in quanto non conformi alla direttiva europea del 2008 che regola il settore.
In Italia quasi sette milioni le persone che hanno almeno un tatuaggio
Secondo uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono quasi sette milioni le persone che hanno almeno un tatuaggio, ovvero il 13 percento della popolazione. Dai dati emerge che i tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8 percento) rispetto agli uomini (11,7 percento). Il primo tatuaggio arriva a 25 anni, ma il numero maggiore di tatuati riguarda la fascia d'età tra i 35 e i 44 anni (29,9 percento). E ancora, dai dati emerge che il 76.1 percento dei tatuati si è rivolto a un centro specializzato di tatuaggi e il 9,1 percento a un centro estetico. Ben il 13,4 percento, però, si è tatuato al di fuori dei centri autorizzati. Il 3,3 percento del campione intervistato ha dichiarato di aver avuto qualche effetto collaterale rilevante, un dato però che gli stessi autori della ricerca considerano sottostimato.