Tasse raddoppiate al volontariato, dopo Salvini anche Di Maio fa retromarcia: “La cambieremo”
Dopo Matteo Salvini, anche il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio fa retromarcia sull'aumento dell'Ires per gli enti che si occupano di volontariato. La norma, molto contestata non solo dalle associazioni prese in causa dal raddoppio dell'imposta ma anche dalle opposizioni, verrà modificata ma solamente in un secondo momento. In manovra, dunque, la norma rimarrà tale e quale perché modificarla porterebbe ad allungare a dismisura i tempi di approvazione della legge di bilancio e provocherebbe un ritardo tale da far concretamente rischiare l'esercizio provvisorio.
"Quella norma va cambiata nel primo provvedimento utile. Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli. Non possiamo intervenire nella legge di bilancio perché si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo l'impegno di modificarla nel primo provvedimento utile", ha dichiarato il vicepremier Di Maio.
Anche se i due vicepremier hanno dichiarato che la norma verrà cambiata, la sottosegretaria pentastellata Laura Castelli sembra essere di parere opposto: "E' giusto: se sei del terzo settore, enti ecclesiastici e non, si presuppone che tu non faccia utili visto che sei senza scopo di lucro. Noi tassiamo i profitti delle no profit mica tassiamo i soldi della beneficenza!”, ha dichiarato a un cronista dell'agenzia di stampa Agi questa mattina.
La norma al centro della bufera in sostanza prevede che l'aliquota Ires per gli enti non profit e associazioni di volontariato salga dal 12 al 24 per cento, equiparando enti come la Croce Rossa o enti ospedalieri ad aziende normali.