Taglio delle Province: si chiude la prima fase, si passerà da 86 a 44
Entro domani i Consigli delle Autonomie Locali dovranno approvare le proposte di riordino delle Province da consegnare poi alle Regioni, come previsto nel decreto sulla spending review varato dal governo a luglio, e chiudere così il primo passo verso il taglio delle Province italiane. Per il momento però i lavori vanno a rilento con molte amministrazioni locali che temono di perdere autonomia e fanno resistenza anche con ricorsi contro la decisione del Governo. Le uniche aree dove la proposta è arrivata già sul tavolo delle Regioni sono Abruzzo, Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Marche, dove i Cal hanno già votato le ipotesi di riordino, mentre per altre cinque il voto dovrebbe concludersi tra oggi e domani. Secondo le informazioni diffuse dall'Unione delle Province Italiane le ipotesi allo studio delle Regioni dovrebbero prevedere in totale un taglio di 42 Province portando le attuali 86 a 44 più le dieci città metropolitane già previste dal decreto governativo.
Le prime proposte – Nel dettaglio per quanto riguarda l'Emilia Romagna dalle attuali nove province si passa a quattro: Piacenza-Parma, Reggio Emilia- Modena, Ferrara, Ravenna-Forlì Cesena-Rimini, più la città metropolitana di Bologna. Per la Liguria invece si passa da quattro a due più Genova: Savona-Imperia e La Spezia, stessa riduzione di numero per l'Abruzzo dove l'accorpamento prevede L'Aquila-Teramo e Pescara-Chieti. Nelle Marche via solo una Provincia con l'accorpamento tra Ascoli Piceno e Fermo, mentre in Veneto il Cal ha approvato una proposta di mantenimento di tutte e sei le province con lo spostamento di alcuni comuni, che però difficilmente troverà l'approvazione del Governo visto che non rispetta le regole stabilite dal decreto. Infine le decisioni dei Cal di Piemonte, Lombardia, Toscana, Campania, Umbria e Lazio sono attese per domani.
Proposte finali entro la fine del mese – Ovviamente la decisione finale spetterà alle Regioni che entro il 25 ottobre dovranno deliberare il proprio parere in Assemblea legislativa anche nel caso in cui i Cal non abbiano raggiunto un accordo. Il Governo poi entro la fine di ottobre illustrerà tutte le proposte arrivate nella conferenza Stato Regioni per preparare il ddl definitivo da votare in Parlamento. I dubbi però restano perché molti Cal potrebbero non rispettare i tempi previsti così come alcune Regioni dilaniate da conflitti interni. Il decreto prevede in questo caso che sia il Governo ad accorpare le Province come meglio crede, ma a questo punto entrerebbero in gioco le resistenze in Parlamento che potrebbero ancora una volta fermare il taglio delle Province.