Sydney, 3 morti nel blitz. L’Isis minaccia: “Ci saranno altri attacchi terroristici”
Ci sono volute 16 ore di assedio da parte della polizia australiana per liberare i 17 ostaggi che Man Haron Monis ha fatto in nel caffè di Sydney. Durante il blitz due persone, oltre al sequestratore, sono rimaste uccise e quattro ferite, tre in condizioni definite critiche. Autore del sequestro un 50enne di origini iraniane, già noto alle forze dell'ordine per aver minacciato le famiglie di soldati australiani. era Mentre si trovava nel locale, il folle aveva autorizzato alcuni degli ostaggi a parlare per telefono con emittenti locali per far conoscere le sue richieste: chiedeva una bandiera dello Stato islamico e desiderava parlare con il premier Tony Abbott. Alcune persone nel caffè sarebbero poi state viste mentre tenevano contro una finestra una bandiera nera con un testo in lingua araba: "Non c'è altro dio che Allah. Maometto è il messaggero di Allah".
Nuove minacce dell'Isis
Ed è proprio lo Stato Islamico, che all’indomani dell’attacco di Sydney – nel giorno in cui è arrivato a minacciare di morte anche il presidente degli USA, Barack Obama -, torna a far sentire la propria voce. “La sollevazione dei musulmani e altri attacchi ‘domestici'" saranno "inevitabili" se l'Occidente continuerà con i suoi "crimini contro l'Islam". E l’avvisaglia dei jihadisti citata dal Site, che sottolinea come Man Haron Monis un mese fa avesse dichiarato la sua "sottomissione" al "califfo" al Baghdadi. "Coloro i quali chiedono alleanza al califfo dei musulmani chiedono alleanza ad Allah e al suo messaggero", aveva scritto il sequestratore ucciso a Sydney a novembre. E ancora: "Allah mi ha onorato di poter chiedere alleanza all'imam dei nostri tempi".
Nel frattempo in Australia è vero e proprio allarme terrorismo
La polizia ha infatti individuato un pacco sospetto giunto al Ministero degli Affari e del commercio estero a Canberra, nella zona del Parlamento. È quanto ha riferito questa mattina il sito della catena televisiva Abc, citato dall'Ansa. Nel Ministero, sono arrivati alcuni artificieri della Polizia federale australiana e, dopo un'evacuazione per motivi precauzionali, il pacco è stato sottoposto ad un esame che ne ha rivelato la non pericolosità. La tensione per possibili attacchi estremistici resta altissima in Australia.