Svolta nel caso Scazzi: nessun “grave indizio” su Sabrina Misseri e Cosima Serrano?
Dopo l'accoglimento dei ricorsi della difesa di Sabrina Misseri e Cosima Serrano di settembre, nonostante le richieste del procuratore generale che le due donne restino in carcere, delle novità sul caso Sarah Scazzi tornano a riempire le pagine di cronaca italiana. Il giorno 10 ottobre si è aperta l'udienza preliminare per l'omicidio di Scazzi e la Corte di Cassazione la quale, a sorpresa, sembra aver dato ragione alla difesa delle due donne, affermando che "c'è insussistenza del quadro di gravità indiziaria in ordine ai delitti di concorso, in omicidio volontario e sequestro di persona" per il delitto della povera Sarah Scazzi.
Insomma, non ci sarebbero "gravi indizi" ai danni di Cosima Serrano e Sabrina Misseri. Restano però dei gravi indizi che confermano il reato di occultamento di cadavere e quindi le due donne restano in carcere. Secondo i giudici della Corte di Cassazione le ordinanze principali che accusano le due donne si contraddicono: per quanto riguarda Sabrina in un'ordinanza la si accusa di aver ucciso la giovane Sarah Scazzi in concorso col padre, nell'altra si accusa la giovane Misseri di averla uccisa con la madre Cosima. E' chiaro che su questi due provvedimenti bisogna far chiarezza e specificare quale debba restare valida. Ancora, sussistono delle incongruenze nelle ordinanze di custodia cautelare prese in esame dalla Corte: in una si accusa Sabrina di aver soffocato Sarah Scazzi in casa Misseri, in altre nel garage e nella vettura di Cosima Serrano.
Per la Corte le ordinanze che accusano Sabrina e Cosima sono discordanti
Anche la posizione di Cosima Serrano e le accuse a suo carico sembrano mancare di prove certe: secondo la Corte di Cassazione, infatti "l'asserito contributo all'uccisione della nipote non è stato in alcun modo specificato". Insomma, sembra proprio che i giudici della Corte abbiano velatamente criticato le indagini svolte dalla Procura di Taranto: non è logicamente possibile che restino in piedi due provvedimenti del genere, in cui Sabrina è l’assassina della cugina Sarah Scazzi con il padre Michele Misseri complice, e l'altra in cui avrebbe ucciso Sara grazie alla complicità della madre Cosima Serrano. Complicità il cui genere ancora che non è stato chiarito, se materiale o morale.
Tutto da rifare, insomma: per i giudici della Corte di Cassazione c'era la necessità, così come la difesa di Sabrina Misseri e Cosima Serrano aveva richiesto, di fare una "valutazione critica delle diverse dichiarazioni rese da Michele Misseri"; valutazione che non c'è stata, anzi, lo zio-mostro ha fornito così tante versioni del delitto che risulta un testimone non attendibile. La sua non attendibilità trova conferma anche nelle sue dichiarazioni di qualche giorno fa:
Non potrò mai perdonarmi di avere distrutto la vita a due donne innocenti. Non le posso più chiamare moglie e figlia dopo quello che ho fatto loro. I giudici devono credermi
La Corte di Cassazione chiede anche di far luce sull'accusa di sequestro di persona per il delitto Sarah Scazzi, visto che è "necessaria una più organica ricostruzione dell'accaduto". Non è chiaro dove sia avvenuto il delitto, nè cosa le due donne abbiano fatto tra le 14 e le 14.42 del 26 agosto 2010, minuti in cui si è consumato il delitto: gli inquirenti hanno ricostruito minuziosamente i movimenti di Sabrina Misseri e Cosima Serrano nelle ore precedenti alle 14 ma non quello che le due donne hanno fatto in quei 42 minuti.
Il 12 ottobre ci sarà la decisione della Corte di Cassazione sulla richiesta avanzata dai legali di Sabrina Misseri sul trasferimento del processo ad altra sede. Il giallo di Avetrana sembra complicarsi giorno dopo giorno, e dopo più di un anno dal delitto tutte le ipotesi accusatorie sembrano davvero crollate.