Sulla prescrizione Luigi Di Maio e Matteo Salvini dicono due cose molto diverse
"La riforma della prescrizione c'è nel contratto. Sarà una parte del tutto della coraggiosa riforma del processo penale. Ci sono milioni di italiani che attendono giustizia da sei, sette, otto anni. La nostra preoccupazione era che togliere la prescrizione tout court allungasse i tempi all'infinito, abbiamo detto che la prescrizione va bene all'interno della riforma del processo penale che entra in vigore, uno o due mesi prima", lo ha detto il ministro degli Interni Matteo Salvini spiegando l'intesa raggiunta con i Cinque stelle sulla prescrizione. "Se entra in vigore la ‘riformona' uno o due mesi prima – ha aggiunto – allora entra in vigore la prescrizione. Se non c'è la ‘riformona', la prescrizione non c'è". L'intervento di Salvini è stato ripreso dalle telecamere del Fatto Quotidiano e le sue parole possono essere verificate qui.
Si complica, insomma, la questione dell’annunciato accordo sulla prescrizione, che rappresentava un compromesso fra le richieste dei 5 Stelle, la linea della Lega e quanto scritto nel contratto di governo. Questa mattina, il ministro della Giustizia Bonafede, ospite di Circo Massimo su Radio Capital, aveva rivendicato l’intesa, negando che ci fosse “un cedimento a Salvini”: “La riforma sarà approvata con il ddl anticorruzione ed entrerà in vigore nel gennaio 2020. Rispetto le critiche dei singoli parlamentari, ma conosco la volontà del gruppo del M5S. Mi interessa che dopo il primo grado di giudizio uno stupratore finisca impunito”. Bonafede considera la prescrizione come "il primo passo della riforma epocale del processo penale", dunque in qualche modo sembra essere d'accordo con Salvini, anche se, sempre a Radio Capital, precisa che "le due riforme non sono legate".
Il problema è che Di Maio ha sempre detto che la prescrizione e la riforma del processo penale sono questioni separate, dicendosi certo che in ogni caso la riforma della prescrizione entrerà in vigore “entro un anno” dall’approvazione del ddl anticorruzione, prevista per il gennaio 2019. Le parole di Luigi Di Maio, che si dice comunque certo del via libera anche alla riforma del processo penale, sono verificabili qui.
La differenza non è di poco conto, sia perché non c'è alcuna ragionevole certezza sui tempi di approvazione della riforma del processo penale (la legge delega partirà dal Senato e non è escluso sia oggetto di ostruzionismo da parte delle opposizioni), sia perché l'accordo politico raggiunto da Lega e 5 Stelle non prevede esplicitamente l'entrata in vigore delle modifiche alla prescrizione "solo dopo l'ok alla delega" sul processo penale (come sostiene Salvini). Chi ha ragione?