Stupro Firenze, carabinieri accusati. I risultati dell’alcol test: “Studentesse erano ubriache”
Rischia di aggravarsi la posizione dei due carabinieri di Firenze accusati di stupro da due studentesse americane. Come noto, Marco Camuffo, ispettore 45enne, che Pietro Costa, appuntato 30enne, di fronte ai pm Ornella Galeotti e Rodrigo Merlo, hanno ammesso il rapporto sessuale, ma ha negato lo stupro. "Erano sobrie e consenzienti", hanno detto entrambi i militari. Eppure secondo i test clinici sul tasso alcolemico delle ragazze emergerebbe un'altra verità. Gli esami infatti confermano che le giovani a causa dell’alcol erano in grave stato di alterazione psichica al momento del rapporto sessuale. Sull’edizione fiorentina di Repubblica si legge che “la più giovane aveva un tasso alcolemico pari a 1,59 grammi per litro di sangue quattro ore dopo i fatti avvenuti in un palazzo del centro di Firenze. A quell’ora parte del vino, del limoncello e della lemon vodka bevuti la sera fra il 6 e il 7 settembre, prima in un ristorante e poi nella discoteca Flo’, era stato smaltito”.
Al momento del rapporto sessuale con uno dei carabinieri – si legge su Repubblica – la ragazza, che ha venti anni ed è di costituzione minuta, doveva avere almeno 2 grammi di alcol per litro, un livello che negli adolescenti e nelle donne può determinare il coma etilico, una intossicazione acuta da alcol con conseguente stato profondo di incoscienza. Una delle amiche che abitavano con le due studentesse ha detto che quando è entrata in casa è quasi svenuta. Anche molte ore più tardi, quando è stata ascoltata in procura, era in stato quasi confusionale. Meno grave, ma comunque rilevante, il tasso alcolemico riscontrato nell’altra ragazza.
Ora si attende l'interrogatorio delle due studentesse, che dovrebbe avvenire in incidente probatorio e incrociando le testimonianze. Dovranno anche rispondere alle domande dei difensori dei due accusati. Ma i due carabinieri non devono difendersi solo dalla denuncia di stupro: nei loro confronti infatti pende anche l’ accusa di aver disobbedito all'ordine di missione, di aver abbandonato il territorio da controllare e di aver fatto salire due civili sulla gazzella senza autorizzazione. La magistratura sta inoltre cercando di ricostruire cosa è successo quella notte anche sulla base di quel buco di due ore: nella relazione di servizio i due carabinieri hanno infatti indicato la realizzazione di un generico posto di blocco. I tempi però sembrerebbero non coincidere.