Stupro a Firenze, un testimone: “I carabinieri hanno abbordato le americane in discoteca”
Mentre gli inquirenti sono ancora a lavoro per cercare di capire cosa sia realmente successo la notte tra mercoledì e giovedì scorso, quando due studentesse americane, stando a quanto da loro denunciato, sono state violentate da due carabinieri a Firenze, continuano ad aggiungersi nuovi tasselli nelle indagini sulle accuse di stupro nella città fiorentina. In particolare, come riportano alcuni media italiani, tra cui La Stampa, un testimone avrebbe raccontato di aver visto i due militari abbordare le ragazze nel bar di una discoteca, sottolineando che le giovani "si trovavano accanto agli agenti, barcollanti per l'alcol". Un particolare da non sottovalutare, soprattutto alla luce del fatto che le versioni delle due parti continuano a divergere.
Da un lato, le due vittime, di 19 e 21 anni, in Italia da qualche mese per studiare arte e design, hanno raccontato di come la notte tra mercoledì e giovedì, dopo essere uscite ubriache dalla discoteca Flo di piazzale Michelangelo, abbiano subito accettato il passaggio nella volante dei due carabinieri, che le hanno poi violentate. "L’uomo in divisa entra con me, dopo avermi accompagnata a casa, e quando la porta si chiude mi violenta — ha ricordato la più giovane —. Si avvicina, mi mette le mani addosso, è un rapporto completo, che subisco perché non ho la forza di reagire. Non riesco a gridare, non chiedo aiuto. Dura pochi minuti. Terribili". Dall'altro, c'è la versione del più anziano degli agenti, un quarantenne sposato e padre di tre figli, che ha invece negato la violenza, sostenendo che il rapporto sessuale con una delle due, che non aveva capito fosse ubriaca, "era consenziente", come ha dichiarato di fronte alla pm Ornella Galeotti dopo essersi presentati spontaneamente in procura, accompagnato dall’avvocato Cristina Menichetti.
Il Generale dell'Arma: "Comportamento indegno"
Intanto, i due militari, in attesa degli sviluppi dell'inchiesta, sono stati sospesi dal servizio e sono in corso accertamenti per verificare se altri esponenti delle forze dell’ordine, in passato, abbiano usato la divisa per approfittare di studentesse in condizioni alterate. Sulla vicenda è intervenuto anche il generale Tullio Del Sette, per il quale "è imperdonabile il grave danno non solo alle due vittime ma anche per l'Arma, vittima anch'essa, ferita gravemente nel suo prestigio, nella sua realtà di prima istituzione al servizio dello Stato e degli italiani". E ha continuato: "È un grande dolore vedere come basti il comportamento indegno, illegittimo e immorale di un qualche carabiniere, per oscurare il lavoro che compiono giorno e notte centomila uomini".