Una firma per il benessere dei più fragili: anziani e malati
Angelo (nome di fantasia) vive con sua madre. Una mattina entra in casa dopo aver fatto la spesa e lei inizia a urlare. È spaventata: non lo riconosce. Quella di Angelo è una storia drammatica ma frequente ed è vissuta da tutti coloro che improvvisamente incontrano una malattia come l’Alzheimer.
Le insidie dell’Alzheimer
L’ Alzheimer è la forma più nota e grave di demenza cognitiva e la sua incidenza purtroppo è in costante crescita non solo fra gli anziani. L’evoluzione della malattia prevede tre fasi. La prima è associata a una leggera perdita della memoria, manifestata dall’incapacità di esprimersi e farsi comprendere, oltre a non riuscire a imparare nuovi concetti. La seconda fase si associa a un verticale peggioramento dei sintomi della prima fase con una radicale difficoltà nel vivere la quotidianità. La terza fase vede le funzioni intellettive pesantemente compromesse e porta a una totale dipendenza dagli altri. La dipendenza dagli altri palesa una problematica sociale non indifferente, in quanto coinvolge anche le persone che stanno intorno ai malati. È per questo che è fondamentale dare sostegno anche ai familiari, spesso scioccati e inermi davanti a diagnosi di così difficile gestione.
L’esperienza di chi guarda negli occhi l’Alzheimer
A tal proposito racconta Salvatore Grammatico il responsabile di Casa Wanda, un centro diurno di Roma dove si offre sostegno ai malati di Alzheimer e alle loro famiglie: “Accettare che i propri cari si aggravino fino a smettere di riconoscere i propri familiari non è facile; bisogna capire che si smette di comunicare con le parole. Qui le famiglie sanno di poter trovare un aiuto concreto per elaborare il lutto dell’Alzheimer e accettare che il proprio caro non è più la persona di una volta. Cerchiamo di fare la differenza e di strappare un sorriso, un momento di gioia ai nostri ospiti che, alla fine, diventano parte della tua famiglia.”
L’opera di Casa Wanda
Casa Wanda è un centro per il sollievo dei malati di Alzheimer situato nel cuore di Roma, a Villa Glori. Una presenza importante se si calcola che circa 13.000 persone soffrono di questa patologia nel solo Lazio. La struttura promossa dalla Caritas romana e finanziata con i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, è in grado di ospitare gratuitamente ogni giorno 20 persone. Lo staff di Casa Wanda è in grado di stimolare fisicamente e mentalmente i malati gravi, attraverso interni sicuri, ambienti esterni appositamente progettati, laboratori e attività ricreative portate avanti da un personale altamente specializzato. Le attività svolte prevedono esercizi di stimolazione cognitiva, riattivazione motoria e incontri di socializzazione. In più offre uno sportello di sostegno psicologico per chi sostiene gli anziani a domicilio e i familiari dei malati di Alzheimer.
Ciò è possibile grazie all’8xmille alla Chiesa Cattolica
Casa Wanda è solo uno fra gli 8.000 progetti a favore dei più deboli sostenuti dalla Chiesa cattolica in Italia e nel mondo grazie alle scelte dei contribuenti. L’8×1000 non è una tassa, né un’imposta né tantomeno un costo in più da sostenere. L’8×1000 è semplicemente la libera scelta di destinare una percentuale del gettito IRFEF alla Chiesa cattolica o altre confessioni per scopi religiosi o caritativi, o allo Stato per scopi umanitari. Firmare per decidere di sostenere la Chiesa cattolica significa permettere ogni anno a 8.000 progetti di andare avanti. Infatti i fondi ricevuti seguono tre direzioni fondamentali: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo.
Come Casa Wanda è stata aiutata dall’8×1000
Fra il 2017, anno di apertura del progetto, e il 2020 Casa Wanda ha ricevuto 200.000 euro di fondi 8xmille dalla Chiesa cattolica. Questo ha reso possibile garantire 300 giorni di apertura l’anno, l’accoglienza di 60 persone tra malati di Alzheimer e anziani a cui sono stati dedicati dei percorsi di recupero personalizzati e 528 ore di laboratori di vario tipo, che hanno il fine di far vedere la luce nel buio della malattia attraverso attività stimolanti come la musico-danza terapia o arte terapia. Senza questo sostegno tutto ciò non sarebbe stato possibile perché come tutti i gesti, anche una semplice firma in calce alla dichiarazione dei redditi è un gesto che conta.