Una firma per aprire alla condivisione: una casa e un orto solidale
“Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l'animo può superare molte sofferenze”, scriveva la penna più famosa d’Inghilterra nel suo Re Lear, cristallizzando in poche battute ciò che caratterizza l’essere umano: la sua inclinazione alla socialità, all’amicizia e alla solidarietà.
Attraversare insieme periodi difficili senza sentirsi soli, isolati o abbandonati, aiuta a uscirne e a riprogettare il proprio futuro. Stare vicini al prossimo è uno degli obiettivi fondamentali degli oltre 8mila progetti a favore degli “ultimi” sostenuti dalla Chiesa cattolica, in Italia e nel mondo, grazie alla destinazione del proprio 8xmille. Con una sola firma si possono supportare progetti concreti che aiutano le persone a rialzarsi e a ritrovare serenità.
Reggio Emilia: un condominio solidale
Fra gli 8mila progetti sostenuti dalla Chiesa cattolica con l’8xmille, ce n’è uno dedicato all’accoglienza di famiglie e persone che hanno trovato difficoltà sulla loro strada: perdita del lavoro, impossibilità di pagare un mutuo o un affitto, un passato da archiviare per poter ricominciare. Per loro è nato un progetto basato sui valori della solidarietà e dell’amicizia: la Locanda San Francesco, gestita dalla Caritas di Reggio Emilia, è una struttura che accoglie temporaneamente, da tre mesi fino a un anno, persone che hanno già iniziato un percorso con la Caritas e hanno bisogno di aiuto. Fino al 2017 la struttura ospitava un museo, ora, invece, dagli spazi dedicati all’esposizione sono stati ricavati 10 appartamenti per 30 posti letto e camere con bagno destinate alle persone singole. Il modello è quello del cohousing sociale, con ambienti comuni come la sala da pranzo e spazi condivisi per confrontarsi e costruire relazioni. Finora ha ospitato 61 persone di cui 25 minori.
L’8xmille ha dato vita a una casa per sostenere le famiglie in difficoltà
Questo condominio solidale trova concreto supporto nella famiglia che stabilmente abita la Locanda San Francesco, negli operatori presenti ogni giorno, e nelle figure di tre giovani ragazze: Giulia, Myriam e Laura che hanno deciso di vivere in uno degli appartamenti per accompagnare “i viandanti” nel loro percorso di rinascita. “Prima di iniziare i lavori, si è costituito un gruppo di riflessione – spiega Isacco Rinaldi, direttore della Caritas Reggiana – per capire come iniziare quest’opera di cohousing sociale nel miglior modo possibile, coinvolgendo la città e le parrocchie del centro storico. Alla Locanda mettiamo al centro le esigenze dei singoli e la progettazione viene costruita insieme alla famiglia. Chiediamo agli ospiti di essere soggetti del loro percorso e di impegnarsi anche a servizio della collettività. Molti, una volta reinseriti nella società, continuano a sentirsi legati alla locanda e si trasformano da assistiti in volontari”.
A Faenza la terra non dà “solo” buoni frutti
Ma la solidarietà ha anche altri volti come quello del riscatto sociale, dell’apprendimento di competenze e mestieri, e della relazione. Sulle colline di Castel Raniero vicino a Faenza nel 2019 è nata Terra condivisa, una realtà impegnata per trovare soluzioni contro l’emarginazione e la disoccupazione. Terra condivisa è un progetto di agricoltura sociale promosso dalla Caritas di Faenza-Modigliana destinato a persone svantaggiate, con fragilità socio-economica, con lievi disabilità e persone disoccupate che chiedono aiuto ai servizi sociali e alla Caritas. Attraverso una formazione al “sapere contadino” grazie alla presenza di ortolani esperti, le persone si riappropriano delle proprie competenze per poterle riutilizzare nel mondo del lavoro. E intanto si produce il frutto del proprio sudore: 1000 kg. di fragole all’anno, 39 tipologie di ortaggi, 90 cassette di verdure vendute mensilmente ai privati e ai ristoranti della zona.
Terra promessa: autonomia, fiducia, riscatto sociale
“Terra, lavoro e persone – spiega Erica Squarotti, referente per il progetto – sono i cardini di questo progetto: tramite una formazione retribuita e imparando il mestiere del contadino nell’orto di ‘Terra Condivisa’ a Castel Raniero accompagniamo persone inoccupate e con situazione di svantaggio sociale in un percorso di autonomia, così che, una volta acquisite competenze spendibili nel mercato del lavoro, sia facilitato il loro inserimento nel tessuto produttivo locale. Qui si impara a essere responsabili e ad aver fiducia nell'altro. Stare insieme diventa un'occasione di confronto e di crescita, di scambio di idee e di ricerca di soluzioni, come in una famiglia. Una breve sezione teorica e una più ampia parte pratica vanno nella direzione del raggiungimento dell’obiettivo, secondo un modello volto a favorire l’indipendenza e la responsabilizzazione”.