Una firma che fa bene a noi, ai più fragili e a chi fugge da povertà e violenze
Tante sono le situazioni difficili che ci circondano, per le quali vorremmo poter fare qualcosa. La buona notizia è che questo qualcosa esiste. Basta infatti una firma per destinare l’8xmille a chi si impegna ogni giorno a creare un mondo migliore.
Piccoli gesti: fonte di consapevolezza e cambiamento
Certe volte si pensa di essere una semplice goccia nel mare, troppo piccola per fare la differenza. Quello che spesso si dimentica è che il mare è fatto di gocce. Un piccolo gesto può generare un grande cambiamento e c’è un gesto che compiamo diverse volte, talmente meccanico che spesso non gli diamo il giusto peso: scrivere la nostra firma. Lo facciamo quando sottoscriviamo un contratto con una compagnia telefonica o quando ritiriamo un pacco. Lo facciamo anche quando decidiamo di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica, andando così a sostenere realtà attente ai più deboli. Sul sito www.8xmille.it si può vedere una mappa in continuo aggiornamento, che testimonia i molti interventi realizzati nel mondo e nel nostro Paese dalla Chiesa cattolica: una sorta di planisfero del bene, della solidarietà e dell’aiuto che l’8xmille sta portando.
Il sostegno alle donne: aiuto e rete sociale
Quando si parla di “persone fragili” si intendono casi e storie diversi fra loro, perché si può avere bisogno di molti tipi di aiuto: economico, psicologico, lavorativo, scolastico.
A Verona, ad esempio, esiste Casa Santa Elisabetta, un condominio che accoglie donne in difficoltà con figli minori. Non sempre si riesce a superare da soli gli ostacoli che la vita mette sul proprio cammino e così queste donne, che vengono da condizioni di difficoltà pregresse o che stanno vivendo un momento di fragilità economica in seguito alla perdita del lavoro, hanno un luogo dove essere ascoltate e aiutate. Tra queste mura non si trova solo riparo, ma anche amicizia e la possibilità di ricostruirsi una rete sociale, secondo anche un piano per obiettivi stilato insieme per tornare al più presto autonomi e indipendenti. Quando il traguardo viene raggiunto, però, il legame costruito è talmente forte da non spezzarsi e chi ce l’ha fatta rimane come volontario, per dare esempio e supporto a quelle donne che si trovano nella stessa situazione: “Chiediamo agli ospiti di essere soggetti del loro percorso”, spiega monsignor Zampieri, direttore della Caritas, “e di impegnarsi anche a servizio della collettività. Molti, una volta reinseriti nella società, continuano a sentirsi legati alla Casa e si trasformano da assistiti in volontari. Questa, per noi, è una ulteriore e bellissima vittoria”.
Con i fondi 8xmille è stato possibile non solo portare avanti questa struttura negli anni, ma darle concretamente vita, allestendola e riconvertendola per aiutare tante donne in difficoltà.
L’accoglienza che salva: aiuto ai migranti
Spostandosi più a sud, a Roccella Jonica è stato invece aperto il Porto delle Grazie, simbolo “di una Calabria che accoglie”, usando le parole di monsignor Francesco Oliva. Qui arrivano profughi provati nel corpo e nell’anima da un viaggio pericoloso e dalle violenze subite. Con i fondi 8xmille sono state adibite diverse strutture dove accogliere le persone, ascoltarle e aiutarle a lasciarsi alle spalle le esperienze che hanno vissuto, per ricominciare una nuova vita. Chi arriva qui non trova, però, solo supporto e cure, ma anche aiuti concreti per ricominciare una vita: negli anni è stato infatti avviato un percorso informativo che aiuta a sbrogliare le pratiche per richiedere il permesso di soggiorno e per cercare un’occupazione.
“Siamo riusciti a fare tutto questo esclusivamente tramite i fondi 8xmille della Chiesa cattolica” spiega don Rigobert Elangui, direttore dell’ufficio Migrantes Locri-Gerace. “A chi firma dico di continuare a farlo perché firmando semina speranza e salva vite”.
L’8xmille, la storia e come destinarlo
L’8xmille ha una storia di ormai quasi quarant’anni. Entra in vigore nel 1984 ed è uno strumento che mette nelle mani dei contribuenti la possibilità di versare alla Chiesa cattolica, ad altre confessioni o allo Stato una piccola parte del gettito IRPEF. Non solo chi è soggetto all’obbligo di Dichiarazione dei redditi può scegliere a chi destinare questa quota: anche chi è esonerato dalla compilazione della dichiarazione può compilare il modulo e consegnarlo in busta chiusa a un ufficio postale, a un Caf o tramite i servizi online dell’Agenzia delle Entrate. Fare del bene è quindi alla portata di tutti: basta una firma per aumentare il valore e gli effetti benefici dei piccoli punti sulla mappa della solidarietà.