Un gesto per diffondere il bene tra noi e gli altri
Ogni anno parte dei contribuenti deve presentare per legge la propria Dichiarazione dei Redditi. È un adempimento burocratico a volte difficile da perfezionare, per il quale alcuni richiedono il sostegno del commercialista o dei CAF, centri assistenza fiscale. Per compilare questi moduli bisogna recuperare le spese mediche, farmaceutiche e scolastiche (e altri documenti necessari). È questo un momento importante anche perché diventa l’occasione per fare del bene e sentirsi utili nei confronti degli altri. Con la firma per l’8xmille contestuale alla Dichiarazione dei Redditi possiamo compiere e diffondere gesti di solidarietà e generosità che vanno al di là delle nostre azioni quotidiane moltiplicando migliaia di volte la sensazione di benessere che si ha quando si fa del bene. Anche chi è esonerato dalla Dichiarazione dei Redditi (chi, per esempio, possiede solo reddito da pensione o da lavoro dipendente), può firmare per l’8xmille utilizzando l’apposita scheda allegata al modello CU.
Ma cosa significa firmare per l’8xmille? Scopriamo di più.
Dichiarazione dei Redditi: da momento burocratico a occasione per fare del bene
È innanzitutto importante sottolineare che l’8xmille non è una tassa in più, ma è uno strumento per renderci partecipi di una molteplicità di progetti per scopi umanitari, caritativi e sociali. Quando si firma per l’8xmille si destina una quota (8xmille, appunto) del gettito complessivo dell’IRPEF (ossia l’imposta sul reddito delle persone fisiche) al sostegno economico di una confessione religiosa, tra cui la Chiesa cattolica, o dello Stato italiano. Cosa accade quando si sceglie di firmare l’8xmille alla Chiesa cattolica? Ci si sente bene, come quando si fa del bene. E se ci fa star bene fare un singolo gesto d’amore, immaginiamo farne migliaia. È proprio questo il senso di mettere il nome in calce a quel modulo: portare il proprio cuore anche fuori dalla cerchia di amici e conoscenti e prendersi cura di chi ha perso tutto, donando un pasto caldo, sostenendo chi è in difficoltà, dando una seconda possibilità, accogliendo, proteggendo, offrendo un riparo. Scopriamo insieme alcune delle cose che vengono già fatte oggi grazie ai nostri contributi.
A Seregno la povertà diventa luogo di incontro, gli invisibili diventano visibili
Nella cittadina brianzola i poveri possono trovare un luogo di conforto e ristoro all’interno dello storico ex convitto dell’Istituto Cornelia & Pasquale Pozzi, grazie alla disponibilità della congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. La Casa della Carità di Seregno, così è chiamato questo progetto della Comunità pastorale cittadina San Giovanni Paolo II, non è un semplice dormitorio, ma uno spazio che si apre alla cittadinanza, in cui la povertà diventa occasione di incontro, confronto e scambio di riflessioni. “Accogliere gli ultimi – spiega Gabriele Moretto, direttore della Casa della Carità – è la nostra missione. L’obiettivo principale della nostra attività consiste nel ridare dignità, fiducia e aiuto a chi, per i più svariati motivi, si trova in una condizione di assoluta precarietà relazionale, sociale, economica, sanitaria.” Con i 45mila euro ricevuti nel 2022 grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica, la Casa ha potuto dare un letto e un pasto caldo a tante persone in difficoltà. Tra gli “operatori” della carità ci sono 40 volontari che si adoperano per accogliere da novembre ad aprile circa 30 persone ogni anno (oltre a 4 posti d’emergenza). Cosa viene donato oltre a un letto? Esistono altri servizi come il centro di ascolto (su appuntamento), un punto lavoro, l’orientamento e la riqualificazione delle persone nell’ottica di un inserimento o reinserimento lavorativo, la mensa solidale (aperta a mezzogiorno per 365 giorni all’anno), il guardaroba che raccoglie indumenti usati di ogni genere donati dai cittadini. Per chi vuole saperne di più, https://youtu.be/yFopiMrpS2E.
Ad Albano Laziale un centro di ascolto per gli ultimi
Nel cuore dei Castelli Romani, c’è un luogo dove accorrono le famiglie in difficoltà: un “Centro di ascolto” gestito dalla Caritas diocesana di Albano, divenuto un punto di riferimento per le famiglie in difficoltà che, senza l’8xmille che nel 2022 ha destinato 60mila euro, non potrebbe sostenersi come afferma Alessio Rossi, direttore della Caritas diocesana di Albano: “Il successo del nostro progetto – conclude il direttore – si basa, soprattutto, su tre elementi: il prezioso contributo dell’8xmille alla Chiesa cattolica, la forza del volontariato e la sensibilità del tessuto economico e sociale del territorio”. Al Centro di Ascolto 12 volontari e 2 operatori supportano i bisognosi dapprima con l’ascolto e poi con altri servizi come l’offerta di vestiario, docce calde, lavanderia e distribuzione di pacchi alimentari, il pagamento delle bollette e delle visite mediche oltre a un pranzo domenicale per tutti i senza fissa dimora. “Al centro ho trovato un aiuto grazie al quale mi sento ancora vivo e sento di fare parte di qualcosa”, racconta Gerardo, ospite del centro. L’obiettivo è proprio questo. Accanto a questi servizi essenziali sono nati anche un nuovo Ambulatorio Caritas, aperto il mercoledì e venerdì pomeriggio, che fornisce visite specialistiche gratuite grazie ad un team di medici e con l’Oasi della salute, un camper medico itinerante, organizzato in collaborazione con l’Ospedale Fatebenefratelli di Roma, che offre visite ed esami specialistici agli indigenti (per seguire le opere di bene https://youtu.be/ea7V5ccGazQ).
A Brindisi la carità si trasforma in 70mila pasti all’anno
Una città che sostiene gli ultimi e i più fragili è Brindisi. Grazie all’aiuto concreto della Mensa “Parrocchie solidali” di Brindisi, le persone in povertà estrema come migranti, anziani soli e disoccupati possono far affidamento su una rete di 200 volontari distribuiti nelle 17 parrocchie della città. Ogni giorno, anche (e soprattutto, diremmo) a Natale, questi volontari provvedono ai bisogni primari di chi è in una situazione di disagio. Con i 64mila euro dell’8xmille del 2022 sono riusciti a servire circa 70mila pasti caldi in un anno a 190 persone.
“Le persone che vengono qui – spiega Rossana, cuoca volontaria della Mensa Caritas – non hanno bisogno solo di cibo ma, soprattutto, di calore umano e noi facciamo di tutto per stare insieme. Specialmente le persone sole aspettano con piacere il momento del pranzo. Cuciniamo ogni giorno, anche a Natale, e per svolgere questo servizio lasciamo le nostre famiglie perché loro per noi sono altrettanto importanti”. Non è solo il pasto caldo a essere di aiuto, ma anche il sostegno nel reinserimento della persona nel contesto sociale: questo progetto aiuta a ritrovare una propria dimensione e una propria casa. “Dopo una certa età come la mia – racconta Vito, ospitedella Mensa – la compagnia è la base di tutto e conta più del cibo. Questo luogo per me è un punto di riferimento, una specie di famiglia. Ogni mattina so che devo tornare a casa e questa casa non è quella dove abito la notte ma è quella dove vengo qui all’ora di pranzo”.
Dello stesso progetto fanno parte anche gli sportelli di ascolto e orientamento pomeridiani, la distribuzione del vestiario e dei medicinali, per il sostegno psicologico e per l’accompagnamento sanitario. Per vedere davvero quale bene diffonde la nostra firma, https://youtu.be/fW5G9L2tfwA.