Torna Vinitaly, per scoprire il tesoro dei vini italiani
Il vino non è solo una bevanda. Certamente non lo è in Italia, dove è molto di più: è tradizione, cultura, piacere di stare insieme, passione. Una passione condivisa da chi si impegna ogni giorno, con dedizione e fatica, per realizzare prodotti di qualità e da chi desidera bere “consapevolmente” e non si accontenta di un'etichetta qualunque. Che il vino, in Italia, sia costantemente sotto i riflettori si capisce anche dai numeri di una manifestazione come Vinitaly, giunta quest'anno alla 53ma edizione. Dal 7 al 10 aprile, gli spazi di VeronaFiere ospiteranno gli incontri tra i più importanti operatori della filiera, dai produttori ai buyer provenienti da tutto il mondo. Nel 2018 sono state oltre 4mila le aziende espositrici, provenienti da 36 paesi, oltre 128mila i visitatori, oltre 32mila i buyer esteri accreditati e più di 400 gli eventi che hanno animato i quattro giorni della manifestazione. E l'edizione 2019 promette di superare le aspettative, anche grazie al Fuorisalone che dal 5 all'8 aprile richiamerà i più fedeli wine lover con eventi in città e nei borghi limitrofi (il programma è consultabile sul sito www.vinitalyandthecity.com).
Il vino cooperativo: il vino buono sta anche nelle botti grandi
Contrariamente a ciò che recita il celebre motto, ci sono produttori che hanno saputo coniugare qualità a numeri interessanti. Sono i soci delle cantine cooperative, circa 140mila organizzati in 480 cantine. La realtà del vino cooperativo avrà uno spazio rilevante nell'ambito di Vinitaly, e non potrebbe essere altrimenti visto che da sola rappresenta oltre il 60% del vino prodotto nel nostro Paese e un giro d'affari di 4,5 miliardi di euro. La forza della cooperazione è anche il motore dell'export: prese singolarmente, infatti, le cooperative hanno dimensioni contenute e non potrebbero affrontare la concorrenza straniera, mentre lavorando insieme hanno visto un aumento delle vendite oltreconfine del 44% tra il 2012 e il 2017.
Caviro, la più grande cantina d'Italia, arriva a Vinitaly
Un'importante realtà cooperativa, il Gruppo Caviro, parteciperà attivamente con diversi stand all'edizione 2019 di Vinitaly. Tra i maggiori attori del panorama vitivinicolo italiano – e fra i migliori ambasciatori del nostro Paese sui mercati mondiali – il Gruppo, che ha tra i suoi brand anche il celebre Tavernello, riunisce oltre 30 cantine sociali che rappresentano il lavoro di 12.500 viticoltori su una superficie di 35.000 ettari. Una realtà importante, che assicura una produzione di ben 7 milioni di quintali di uve. Le radici del Gruppo affondano in Emilia-Romagna, terra accogliente che ha fatto del buon vivere uno dei suoi biglietti da visita. Una terra instancabile e accogliente, che ha instillato i suoi valori anche nei suoi vini, prodotti in modo attento da soci selezionati, che lavorano ogni giorno per realizzare un prodotto curato da gustare in famiglia come nelle occasioni speciali. “Per noi di Caviro filiera significa trasparenza e garanzia per i consumatori”, spiega SimonPietro Felice, Direttore Generale Caviro, “ma al contempo rispetto del territorio, costanza qualitativa, sviluppo e continuità per le aziende agricole che grazie alla forza di un gruppo possono investire con passione nel loro futuro migliorando costantemente i vini e assecondando l’evoluzione del gusto dei clienti consumatori. Valori che, per i prodotti di marca valgono anche e soprattutto all’estero: ecco spiegata la nostra presenza in un’occasione così importante come la fiera per eccellenza nel vino in Europa. Ci presentiamo in una modalità aperta e trasparente per clienti e consumatori, anticipiamo novità a raccogliamo impressioni sul futuro del vino”. La presenza del Gruppo Caviro a Vinitaly ha la finalità di valorizzare la propria produzione e promuoverne lo sviluppo, facendo conoscere sempre più il vino italiano in tutto il mondo.
5 sensi per scoprire tutte le caratteristiche del vino
I mille volti del vino possono essere indagati lasciandosi guidare dai sensi. Per osservare il colore si inclina il bicchiere di 45° su un fondo bianco alla luce naturale. I vini bianchi tendenti al verde sono i più giovani, quelli che hanno tonalità dorate sono più vecchi; i vini rossi tendenti al viola sono più giovani, quelli dai toni aranciati sono più vecchi. Con il tatto si riconoscono diverse sensazioni nella cavità orale e soprattutto nella zona centrale della lingua che sono riconducibili alla temperatura, al contenuto di alcol, di tannini e di anidride carbonica. Con l'olfatto si possono distinguere differenti note, quelle più comuni sono quelle di frutta, ma anche il terreno può comunicare odori, la caratteristica detta dagli esperti “mineralità”. Il vino, poi, può avere un suono, quando viene stappato, ma soprattutto ne ha generati tanti di “suoni”, avendo sempre ispirato autori e musicisti in tutte le epoche. E il sapore? È l'unione di quattro sensazioni: il dolce, l'amaro, il salato e l'acido, che determinano l'equilibrio di sapori unico di ogni etichetta. Un mondo da scoprire.