Ragazzi attenti all’ecologia acustica grazie ad Amplifon

Dal ‘700 in poi i compositori hanno tratto ispirazione dai suoni che li circondano per tradurli in emozioni musicali. Ma se Vivaldi, Bach, Beethoven avessero vissuto nelle nostre società immerse nel rumore, a che tipo di suoni si sarebbero ispirati? Senza contare i danni che un’esposizione continua al rumore provoca al nostro udito e alla nostra salute. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2050 oltre 900 milioni di persone soffriranno di problemi uditivi. Correre ai ripari si può, partendo dall’educazione dei più giovani. Amplifon da anni stimola una riflessione condivisa sui disturbi dell’udito e sulle loro ricadute a livello sociale e, parlando soprattutto alle nuove generazioni, fa capire loro quanto sia importante attribuire all’udito la stessa attenzione che riversiamo agli altri nostri sensi e imparare ad ascoltare in maniera responsabile.
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Siamo circondati dai suoni. Ogni momento della nostra giornata ne è scandito: dal ticchettio della sveglia al mattino fino alla musica che fa da colonna sonora alle nostre serate. Una goccia che cade, il fischiare del vento, le onde del mare: dal ‘700 in poi i grandi compositori hanno tratto ispirazione dai suoni che ci circondano per tradurli in emozioni musicali attraverso le loro composizioni. Ma se Vivaldi, Bach, Beethoven avessero vissuto nelle nostre società immerse nel rumore, a che tipo di suoni si sarebbero ispirati?

L'inquinamento acustico è ormai talmente diffuso che in Europa colpisce un cittadino su cinque. La continua esposizione al rumore ha ripercussioni negative sul nostro udito e, a lungo andare, può provocare irritabilità, disturbi del sonno, problemi cardiovascolari, disturbi all'apparato gastrointestinale e persino modificazioni al sistema immunitario. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a causa del rumore eccessivo entro il 2050 oltre 900 milioni di persone potrebbero soffrire di disturbi dell’udito. I più esposti sono i ragazzi: il benessere uditivo di oltre un miliardo di giovani tra i 12 e i 35 anni è infatti a rischio a causa dell'esposizione incontrollata al rumore, soprattutto nei contesti ricreativi. Per questo è importante sensibilizzarli e far capire loro che i disturbi uditivi non riguardano solo gli anziani: basterebbe una maggiore attenzione oggi per una migliore qualità della vita domani.

Amplifon da anni ha posto al centro delle proprie attività di responsabilità sociale l'informazione e l'educazione all'ascolto responsabile. Nel 2019 ha attivato il progetto “Ci Sentiamo Dopo”, che ha l'obiettivo di rendere i più giovani veri e propri ambasciatori di una nuova ecologia acustica, sensibilizzandoli sulla necessità della prevenzione dei disturbi uditivi e del contenimento delle conseguenze sociali collegate.

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Solo nel primo anno, il progetto ha coinvolto più di 800 istituti e 20mila studenti in tutta Italia con laboratori e workshop nelle scuole superiori di primo e secondo grado – anche in modalità digitale –  che hanno offerto approfondimenti sui temi dell’ascolto responsabile, dell’ecologia acustica e della prevenzione e cura dell'udito. È importante sensibilizzare anche i più giovani su questo argomento, poiché il fenomeno della perdita dell'udito in Italia riguarda oltre 7,3 milioni di persone, cioè circa il 12% della popolazione. Secondo il Ministero della Salute, infatti, solo il 31% degli italiani ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi cinque anni, mentre il 54% non lo hai mai svolto. I disturbi dell'udito, inoltre, impattano da vicino anche gli aspetti relazionali, sia nella vita familiare e sia nell'ambito lavorativo: secondo il Censis, il 39,3% delle persone con ipoacusia dimostra maggiore insicurezza nella socialità.

“Ci Sentiamo Dopo”, portato avanti con il coinvolgimento delle istituzioni del territorio e l'ausilio di un kit ludico-informativo appositamente ideato da Amplifon, ha visto la partecipazione di esperti provenienti da diversi ambiti disciplinari ed ospiti di spicco come LaFIL-Filarmonica di Milano, il musicista Vittorio Cosma, la sound designer Chiara Luzzana e il ricercatore dell’Università di Genova Davide Borelli. Durante il lockdown, oltre agli appuntamenti da remoto, il progetto è andato avanti anche grazie al portale dedicato www.cisentiamodopo.it , che vede oltre 5.800 utenti attivi e più di 23.500 visualizzazioni di pagina. E soprattutto grazie alla app “Ci Sentiamo Dopo – NoiseTracker”, che permette di geolocalizzarsi e misurare il rumore dell'ambiente circostante, creando una mappa condivisa dell'inquinamento acustico delle città. «L’idea dell'app “Ci Sentiamo Dopo – NoiseTracker" è nata dalla volontà di fornire a tutti i cittadini, anche i più giovani, uno strumento per misurare i livelli di rumore dei luoghi della nostra quotidianità e identificare le “oasi acustiche” dove poter vivere un’esperienza uditiva piacevole e sicura», spiega Luca Marini, Global Corporate Communication Associate Director di Amplifon.

Finora l'app ha coinvolto una community di oltre 3.000 utenti. Ma dovremmo averla tutti sui nostri smartphone, per diventare protagonisti attivi di una nuova cultura dell’ascolto responsabile. Utilizzarla è semplice e intuitivo: basta scaricarla da App Store o Play Store e, dopo pochi passaggi,  si viene reindirizzati sulla schermata del NoiseTracker, dove si può effettuare la “Misurazione del rumore” nell'ambiente circostante. Cliccando sull’icona che raffigura il mondo, è possibile accedere alla mappa condivisa di tutti i luoghi in cui è stata effettuata almeno una rilevazione. Si può anche avviare una ricerca impostando alcuni filtri specifici come il tipo di luogo che si sta ricercando (bar, ristorante, palestra e così via), la distanza dalla posizione attuale, il livello di rumore rilevato dagli altri utenti. All’interno dell’app c'è una sezione con contenuti di approfondimento che offrono preziosi consigli sul volume giusto e sulle modalità più corrette per ascoltare la musica. Inoltre si possono facilmente navigare i contenuti informativi del sito www.cisentiamodopo.it, pensato in primis per i ragazzi e i docenti che hanno aderito fino ad oggi al progetto “Ci Sentiamo Dopo”, parte del programma di responsabilità sociale We Care di Amplifon.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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