Perché amiamo ricevere (e spedire) pacchi?

Che sia un pensiero inaspettato o un acquisto che noi stessi abbiamo fatto, ricevere un pacco è sempre una gioia indescrivibile. Ma cosa si nasconde dietro tanta meraviglia? Se lo chiede perfino la scienza e a quanto pare ha radici molto profonde!
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Negli ultimi anni, su internet, è nato un fenomeno tanto peculiare quanto di successo: l’unboxing. Si stima che il 20% dei canali sui più noti siti di streaming video tratti appunto lo “spacchettamento” di acquisti o regali. Aprire un pacco, insomma, ci piace non solo quando a farlo siamo noi ma anche quando è qualcun altro a scartare l’Involucro. E in effetti se c’è qualcosa che si può comprare online, con una breve ricerca sarà possibile con gioia e interesse partecipare anche al rito di chi, il pacchetto, lo sta scartando.

Impacchettare i regali, infatti, ha una lunga tradizione che parte dalla Cina (dove la carta è stata inventata) fin dall’Anno Mille, arrivando poi a noi con il suo carico di meraviglia. Oggi i nostri pacchi molto spesso compiono lunghi tragitti – noi iniziamo portandoli in uno dei punti di ritiro della rete Punto Poste o all’Ufficio Postale o prenotando facilmente via web il ritiro a casa senza dover stampare etichette o altri documenti. Veicoli sempre più ecologici li trasportano poi verso i centri di smistamento dotati delle più efficaci tecnologie e infine arrivano a casa – oppure, semplicemente, li andiamo a ritirare in uno dei Punti di Poste, incarnato nel nostro tabaccaio di fiducia. Se spedire e ricevere pacchi è diventato così semplice e smart, quello che succede alle nostre emozioni quando li apriamo è invece molto umano e “complicatissimo”: parola della scienza.

Proviamo non solo piacere per l’attesa che anticipa l’arrivo del nostro dono, ma anche nel momento in cui ci armiamo di taglierino e forbici per aprirlo con cura e trepidazione. Secondo diversi studi, infatti, preferiamo che gli oggetti siano incartati, piuttosto che privi di confezione, anche quando stiamo acquistando qualcosa di molto “quotidiano”, come le capsule per il caffè o i detersivi. D’altronde in Giappone esiste perfino una parola per indicare “l’arte di impacchettare” gli oggetti, non solo per regalarli e adornarli, ma soprattutto per proteggerli e godere della loro bellezza: è lo tsutsumi. Nell’era moderna e con l’avvento dell’e-commerce, scartare un pacco che abbiamo tanto atteso è diventato ancora più bello, proprio perché non abbiamo avuto prima dell’acquisto la possibilità di toccarlo e vederlo per bene. L’oggetto diviene finalmente qualcosa di reale, e questo accade anche quando scartiamo un regalo di cui invece non ci aspettiamo il contenuto.

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La magia di spedire, consegnare e ricevere pacchi ha dunque origini antichissime ma si rinnova ormai ogni giorno, ora che i corrieri sono diventati figure familiari di cui ci fidiamo e con cui stringiamo un rapporto praticamente quotidiano: soprattutto se viaggiano su una flotta greentutta gialla e blu.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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