Otto problemi di oggi di chi è nato negli anni Ottanta
Se crescere non è mai facile, diventare adulti nel Ventunesimo secolo presenta qualche problema “inedito”. La congiuntura economica ha annientato gli ottimismi del secolo precedente, lasciando la generazione Ottanta-Novanta sola con il divario tra le promesse dei padri (“se fai così, vivrai meglio”) e la povertà reale della terra promessa. Sia chiaro che non è l’epoca peggiore che l’italiano abbia mai vissuto, ma si tratta probabilmente della prima volta che la narrazione ottimistica della crescita si infrange contro il muro della realtà, completamente denudata da alibi credibili. Per valutare la condizione di chi oggi ha 25-40 anni possiamo prendere un “paniere di mali” descrittivo di quanto sia diversa l’epoca dei figli Ottanta-Novanta. Un “paniere dei mali” che con tono ironico e leggero viene descritto dalla web serie “Età dell'oro” prodotta da DPlay Original, di cui è possibile vedere la prima puntata in apertura del presente articolo.
Lavoro
Il mercato del lavoro offre una sintesi fedele della giornata che il giovane adulto si trova costretto a vivere giorno per giorno. La precarizzazione delle condizioni di lavoro, che persistono nonostante le riforme, alterano il quotidiano, riducendo le aspirazioni del lavoratore e accorciando l’orizzonte organizzativo. Il lavoro – sottopagato, incerto, totalizzante – è pur sempre una fortuna se confrontato con l’alternativa in cui versano i coetanei: la disoccupazione.
Casa
Non c’è bisogno di essere esperti del mercato immobiliare per aver sentito parlare almeno una volta di “subprime” e bolle speculative. È dalla casa, edificio di cemento e mattoni, che tutto il sistema del credito è venuto giù. Pompato da prestiti non garantiti, il valore delle case è cresciuto esponenzialmente, salvo poi crollare quando la Virtù – che non concede prestiti a chi non può pagare – è stata iniettata nel sistema bancario come adrenalina nel cuore del morituro. Peccato che nel frattempo la domanda venisse espressa da un uomo che al dipendente della (agenzia interinale della) banca non può dare altra garanzia che il proprio co.co.pro.
Tempo libero
Se in passato il tempo libero partecipava al sistema economico attraverso il consumo, oggi esso è stato ottimizzato grazie alle nuove tecnologie, che permettono al lavoratore di lavorare in tempo di libertà e di acquistare beni di consumo da casa. Esistono leggi a tutela dell’impiegato, ma – in assenza di un mercato del lavoro che possa offrire alternative – la rivendicazione dei diritti è più teorica che pratica.
Ferie di tre settimane
Parlare di ferie in un’Italia attanagliata dalla disoccupazione non è solo indelicato verso chi non ha un impiego, ma anche poco in linea con i programmi delle piccole aziende.
Metter su famiglia
Si è osservato più volte che se in passato il proletario era chi non aveva altra ricchezza che la propria prole, oggi i soli a potersi permettere più di un figlio sono i ricchi (“ricchi” se confrontati con la media reddituale della generazione Ottanta-Novanta). Senza casa e un posto fisso di lavoro, metter su famiglia è un ardimento che non tutti sono disposti a compiere, per sé e per i figli.
Sempre più longevi
Lo stile di vita degli italiani migliora (si fuma di meno e si fa più sport), ma l’aspettativa diminuisce per la prima volta da quando vengono rilevati i dati. Il calo è minimo (circa due mesi), ma mette in discussione il racconto di un’umanità sempre più longeva, che rappresenta un’argomentazione forte – da un punto di vista esclusivamente emotivo – per la Weltanschauung progressista.
Pensione
Una delle riforme più contestate di questi anni è quella pensionistica, che ha elevato i limiti a 66 e 67 anni dal 2021. L’aumento dell’età per godere della pensione rappresenta una delle differenze più evidenti delle condizione dei giovani lavoratori rispetto ai propri genitori. A ciò si aggiunge la precarietà del lavoro e i salari bassi, che alimentano una pensione estremamente povera.
Inquinamento
In passato la benzina non era “verde” e l’industria pesante stazionava con le proprie ciminiere di morte nel cuore delle città. Oggi non è più così, ma inquinamento e gas serra sono i primi apolidi e, varcando i confini, deresponsabilizzano i governi. Il riscaldamento globale ha costretto gli stati a prendere un impegno ufficiale per porre un limite alle emissioni. Negli accordi di Parigi si fa riferimento a un +2° C della superficie terrestre, il che implica che – qualora si dovessero rispettare i parametri – le temperature comunque aumenteranno.