Non è tutto oro quello che luccica: spesso è argento
Gli ultimi anni sono stati incerti per tutti, anche per chi voleva e vuole investire. Tutto ha contribuito: la situazione geopolitica, la pandemia, ma anche i grandi cambiamenti in atto che vedono l’Europa attuare la prima politica di decarbonizzazione per annunciare un futuro più green, e il mondo intero esplorare nuove trasformazioni digitali (e le loro conseguenze) fino ad arrivare all’incognita dell’AI. Un calderone di eventi epocali, che ha contribuito e sta ancora contribuendo a rendere i mercati molto suscettibili.
Investire con il “paracadute”: i beni rifugio
Se gli investitori esperti riescono ad anticipare più facilmente gli andamenti dei mercati e a cogliere le innumerevoli occasioni di investimento, la volatilità dei mercati azionari rappresenta sempre più un rischio per chiunque: le turbolenze finanziarie (vedi la famosa crisi del 2008) e politiche sono spesso dietro l’angolo. “Del futur non v’è certezza”, si suole dire, ma un buon investitore, in genere, sa correre ai ripari in anticipo non solo intercettando gli avvenimenti e leggendo bene i dati, ma anche e soprattutto utilizzando un metodo preciso, quella della diversificazione del portafoglio. È questa la chiave per gestire bene i propri investimenti anche quando si è degli investitori molto forti. Tra gli investimenti che meglio garantiscono un certo riparo dalle fluttuazioni ci sono i beni rifugio, ossia quei beni che possiedono un valore reale e che, proprio nei periodi di instabilità economica, vuoi per un default o per una guerra, riescono a tenere. L’oro è sempre stato il bene rifugio per eccellenza: è raro, lucente, inossidabile e duttile. Inoltre è un bene che viene riconosciuto in tutto il mondo e si può convertire in valuta. Le stesse banche centrali, in particolar modo quelle dei Paesi emergenti, acquistano oro per difendersi dall’inflazione. Le quotazioni dell’oro hanno toccato punte molto alte negli ultimi mesi con un +18% di rendimento nell’ultimo anno, +29,6% incremento medio annuo dal 2000 al 2024 e con +550% di rendimento negli ultimi 20 anni.
L’argento risplende nella green economy
Subito dietro all’oro, altrettanto sfavillante, c’è un altro materiale: l’argento. Questo non solo rappresenta una materia dal valore reale, ma anche un valido supporto per la crescente green economy. L’argento, infatti, ha una grande versatilità di utilizzo: da anni lo si utilizza, per esempio, per conservare gli alimenti (i cow boy mettevano una moneta d’argento nel latte per mantenerlo fresco) alla luce delle sue proprietà non tossiche e antibatteriche, oppure nel settore medico (protesi ossee, medicazioni ferite etc.). Ma è la sua conducibilità elettrica e termica, più alta rispetto ad altri metalli, a farne uno dei materiali più richiesti per la transizione energetica. L’argento è indispensabile nella produzione e funzionalità dei pannelli solari, poiché trasforma i raggi solari in energia fotovoltaica ed è fondamentale per il settore elettrico ed elettronico che raggiunge circa la metà della domanda di argento a livello mondiale. Le quote di domanda, poi, scendono al 25,3% per lingotti e monete e al 18,3% per la gioielleria. Nel 2023 il consumo ha raggiunto le 36mila tonnellate di argento: una cifra importante e in crescita rispetto agli anni precedenti.
Investire bene: al prezzo più basso
Per investire in modo redditizio bisogna puntare sull’acquisto a prezzi molto bassi: questo comporta una scelta di base, ossia preferire investimenti tangibili come quelli, ad esempio, in lingotti d’argento. La formula migliore è quella di optare per partner affidabili che consentano di acquistare a condizioni favorevoli. Tra questi c’è il Gruppo Geko Gold, una fonderia italiana di metalli preziosi che tratta lingotti in oro e argento fisico alla massima purezza (999.9). Per garantire la massima redditività il Gruppo permette anche la possibilità di accumulare i metalli preziosi attraverso la stipula di Mandati di Acquisto Metalli Preziosi: in pratica, a seguito di comodi versamenti mensili finalizzati a raggiungere un obiettivo di accumulo di oro o argento fisico allocati deciso dall’investitore, si riescono ad acquistare più “quote” quando il prezzo scende e meno quote quando il prezzo sale. In questo modo si diversificano le fasi di acquisto e si rende più efficiente l’investimento. Bisogna ricordare che, sebbene l’argento costi di meno dell’oro, la sua volatilità è un po’ più alta rispetto al metallo giallo. Volatilità che viene compensata da una domanda sempre più in crescita e dalla prospettiva di un trentennio di decarbonizzazione che avrà bisogno sempre più di argento fisico per le applicazioni tecnologiche e industriali.