Mi chiamo Michael… e risolvo problemi
Nell’82 a. C. la guerra civile scrive il suo ultimo capitolo con la disfatta di Mario a opera di Silla. E sono le allora vergini campagne di Colleferro a incorniciare l’ultima battaglia. Proprio in queste terre ricche di storia, Amazon ha recentemente aperto un proprio centro logistico arricchendo di opportunità lavorative una zona che già si è distinta negli ultimi decenni per l’estrema effervescenza imprenditoriale. È qui che lavora la seconda AmazonStars, Michael, con il ruolo di problema solver. Nessun collegamento con il Mr Wolf di Tarantiniana memoria, per carità. Non aiuta, quindi, a far… sparire “pacchi”, ma, anzi, aiuta affinché tutti i pacchi trovino la loro giusta destinazione: “Insieme ai miei colleghi mi occupo di risolvere tutte le problematiche che possono avere le merci in entrata, magari hanno un indirizzo incompleto, il codice non si legge”.
Prima di far viaggiare le merci, faceva viaggiare… se stesso
Il mondo della logistica è entrato recentemente nella vita del trentenne Michael, romanista sfegatato. “Le mie passioni fin da bambino sono state la cucina e viaggiare. Non a caso il mio sogno è sempre stato quello di fare il cuoco sulle navi da crociera. Un sogno che si è avverato e che mi ha permesso per quasi un decennio di solcare i mari di mezzo mondo, visitando posti bellissimi, dall’Asia al Sud America, passando per gli Emirati Arabi”. Un sogno che è stato anche l’occasione per un incontro decisivo: quello con la sua futura moglie Carolina, brasiliana, da cui ha avuto anche un figlio, Liam (lo abbiamo già detto che un’altra sua passione sono gli Oasis…?). “Esattamente. Proprio la nascita di mio figlio, però, ha reso problematico continuare a fare quella vita”.
Problem solver in Amazon, una questione di famiglia
Capito che i suoi giorni raminghi erano vicini alla fine, Michael ha deciso, così, di seguire l’esempio della sorella, già problem solver nel centro Amazon di Passo Corese, e restare quantomeno in un ambito in cui il viaggio, metaforicamente, rimane al centro di tutto. Non solo: magazzini, muletti e quant’altro erano parte di un immaginario che Michael si portava dietro da un po’. “Effettivamente questo mondo mi ha sempre affascinato da quando, da bambino, accompagnavo mio nonno, che aveva un banco di alimentari in un mercato coperto a Roma, a fare la spesa in un grosso Cash&Carry: sarà il fatto che fossi con mio nonno, ma di quei magazzini mi piaceva davvero tutto, anche l’odore”.
Il sogno… esce dal cassetto
Insomma, la logistica nel destino, cosa che si riflette nella velocità con cui Michael si ambienta su questa nuova “nave” diventando ben presto un riferimento per tutti: “Fin dal mio primo giorno in Amazon è stato una figura essenziale”, dice Cristina; “ci fa lavorare tutti nel migliore dei modi possibile”, chiosa Claretta; “… e ci aiuta a far tesoro delle nostre competenze”, aggiunge Damiano. Questi e molti altri, infatti, sono gli attestati di stima che gli hanno tributato i suoi colleghi facendolo diventare uno degli #AmazonStars, ovvero i vincitori del contest con cui la multinazionale americana sta premiando in questi giorni i dipendenti che più si sono distinti per aver supportato gli altri al lavoro o nella proppria comunità. Un premio, tutte le volte concepito su misura dei sogni del vincitore. Ecco allora che quello di Michael, un viaggio a New York con tutta la sua famiglia, può diventare oggi realtà, ovviamente non appena la situazione internazionale lo consentirà. Buon viaggio!