Mettersi a nudo per abbattere il body shaming: ce lo insegna un programma TV
Chi l'avrebbe mai detto che a cambiare approccio nei confronti dell'immagine corporea sarebbero mai stati i media? Proprio coloro che più di tutti hanno incentivato a creare un ideale di fisicità molto spesso irrealistica dove al primo posto vige la magrezza ma soprattutto la bellezza. Eppure è quello che è successo con Naked Attraction Italia, il programma disponibile su discovery+ prodotto da StandByMe e condotto da Nina Palmieri. Il format rispetta comunque tutti i crismi di un dating show ma è sicuramente unico nel suo genere: anche in questa seconda stagione giunta quasi al termine aiuta un single nella scelta di un possibile partner. Dimenticate tutto quello che sapete sui programmi del genere, perché la forza di Naked Attraction Italia sta proprio nell'abbattere i costrutti della società e della televisione: i cuori solitari, infatti, vengono mostrati completamente nudi e senza veli.
Eppure non c'è nulla di erotico nei corpi mostrati e nei commenti di chi li giudica, nessuno scherno per caratteristiche normalmente considerate “difetti” e c'è spazio per qualsiasi preferenza sessuale dando risalto alla prospettiva queer. Insomma, dopo anni di lotte in piazza e sui social, attivismo e divulgazione, un programma fa quello che dovrebbero fare tutti i media: apre la finestra sul mondo reale forse per la prima volta, e proprio per questo causa una rottura. I temi della body positivity e della body neutrality sono più caldi che mai, visto che sempre più giovani sviluppano un rapporto negativo e disfunzionale con la propria immagine corporea. Questi movimenti dicono una cosa molto semplice: tutti i corpi sono validi perché sono solo corpi e la loro apparenza non dovrebbe essere motivo di discussione pubblica.
Il single protagonista di una puntata tipo di Naked Attraction Italia si pone di fronte a sei corpi nudi che gli vengono svelati un pezzo per volta. Sulla carta si viene scelti in base alla propria fisicità, ma in fondo si tratta solo di una preferenza istintiva, proprio come si farebbe normalmente a un appuntamento al buio. D'altronde, ognuno ha le proprie preferenze e anche quando un concorrente viene eliminato le motivazioni non si basano mai su uno standard di bellezza preconfezionato (non è difficile sentir dire durante le puntate “Sei troppo perfetta per me” o anche “A me piace la pancetta!”) bensì su gusti del tutto soggettivi. Il programma è una vera boccata d'aria fresca sia per chi vi partecipa esorcizzando le proprie insicurezze e abbracciandole, ma anche per chi guarda: finalmente ci si sente perfettamente normali e rappresentati. Corpi rotondi o magri, persone alte o basse, con tatuaggi o senza, e poi seni grandi, piccoli, non simmetrici, dall'anima cisgender o pansessuale: tutto coesiste splendidamente in un ambiente accogliente e non giudicante.
Nella pratica: conoscere qualcuno partendo dalla fine, quindi già in una situazione di estrema intimità, per poi ricominciare vestiti e interessati invece a qualcosa di più profondo nell'appuntamento conclusivo (e magari oltre le telecamere). Un approccio liberatorio e non malizioso: ci si spoglia letteralmente subito dell'enorme pressione che un primo incontro porta con sé per concentrarsi sulla persona che si ha davanti. E il romanticismo? Obietteranno i più scettici. A ben guardare il programma le sensazioni di calore ed emotività sono presenti e avvolgenti, a partire da quando il single selezionatore si ritrova a eliminare via via i pretendenti e i “wow” di ammirazione riempiono lo studio, finanche quando, alla fine, gli ultimi due concorrenti in gara si ritrovano da soli a scambiarsi l'un l'altro complimenti. Insomma, ci voleva un programma tv a dirci che per trovare l'amore bisogna essere nudi… nel corpo e nelle intenzioni!