Non c’è scienza senza umanità
È proprio l’umanità che deve ispirare la scienza, cercando di cambiare la vita di chi è colpito da queste gravi patologie, per migliorarne il presente e il futuro. L’innovazione nella ricerca scientifica deve tuttavia andare di pari passo con l’introduzione di nuovi modelli organizzativi del percorso di cura, che mettano i pazienti al centro, con l’obiettivo di una sempre maggiore personalizzazione e prossimità della cura. Non solo, è fondamentale che si crei una sinergia tra impegno nella ricerca, innovazione scientifica e attenzione alla sostenibilità e ai bisogni che i servizi sanitari devono affrontare: questo equilibrio va rispettato e alimentato, facendo uso delle risorse necessarie senza sprecarle, per rendere le terapie accessibili a più persone possibile. Sviluppare nuovi trattamenti e migliorare quelli disponibili è quindi fondamentale, ma lo è anche l’attenzione al contesto psicologico e neurocognitivo dei pazienti. Per questo, fare ricerca nell’ambito delle neuroscienze e percorrere strade inesplorate per trovare nuove soluzioni significa innanzitutto mettere al centro le persone. Il cervello di ognuno di noi custodisce una preziosa e intricata rete di istruzioni, che determinano come ci muoviamo, cosa proviamo, come pensiamo e, in definitiva, chi siamo. Il funzionamento del cervello è ancora in larga parte un mistero, ma è proprio questo organo a fare di noi ciò che siamo: esseri umani.