Malattia oncologica: la ricerca fa progressi e le cure diventano sempre più efficaci

Le cure di cui disponiamo oggi, sempre più a misura di paziente, non sono mai state così efficaci: il 4 febbraio, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, è importante ricordarlo.
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Secondo i dati del Report Aiom-Airtum “I numeri del cancro in Italia – 2021”*, l’undicesimo rapporto annuale sull’andamento delle neoplasie, i tassi di mortalità di diverse neoplasie in Italia sono in diminuzione. I dati non riescono a fornire un aggiornamento esatto dell’incidenza della malattia a causa delle informazioni non precise dovute all’emergenza causata dalla pandemia – che ha ritardato in modo importante le attività di screening, tanto che si parla di oltre due milioni e mezzo di controlli non effettuati –, ma riescono a segnare un trend positivo: la mortalità prevista per il 2021 si aggira intorno ai 181.330, di cui 100.200 uomini e 81.100 donne, evidenziando una riduzione di 1.870 morti rispetto al 2020. I tassi di mortalità sono diminuiti dal 2015 del 9,7% negli uomini e dell’8% nelle donne, e risultano inferiori alla media europea, sebbene alcune tipologie di tumore, soprattutto quelle legate al fumo come il tumore del polmone segnano un andamento opposto con un + 5%.

Cresce anche la conoscenza

Questi risultati sono da imputare alla ricerca scientifica, ai passi in avanti fatti nelle diagnosi e nelle terapie, ma ancora molto dev’essere fatto per continuare a far progredire l’innovazione tecnologica, la ricerca e per sensibilizzare sull'importanza della prevenzione. Ecco quindi l’importanza di una giornata, come il World Cancer Day promosso dalla UICC (Union for International Cancer Control) e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che il 4 febbraio di ogni anno sensibilizza, informa, promuove la prevenzione e la raccolta fondi a sostegno della ricerca. Il cancro non è “una sola” patologia – ce ne sono oltre 200 tipi diversi tra tumori solidi e del sangue – e la ricerca sta facendo grandi progressi per affrontarlo in modo sempre più precoce, mirato e diversificato, sfidandone anche le tipologie più rare.

La ricerca in base ai tumori più diffusi

Janssen, l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson – fondata nel 1953 in Belgio dal Dottor Paul Janssen – ha iniziato a indagare e rivoluzionare le terapie per i disturbi mentali, per poi ampliare la ricerca proprio nel campo dell'onco-ematologia, focalizzandosi negli anni sulle forme tumorali più diffuse. Tra queste il carcinoma della prostata, che rappresenta il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati e che in Italia ha colpito circa 564 mila persone, di cui 36 mila solo nel 2020; il tumore al polmone, la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) dopo quella alla prostata, e la terza nelle donne (6%), con circa 117.800 persone colpite di cui 77.200 uomini e 40.600 donne; il tumore alla vescica, il quinto più frequente in generale – ma negli uomini è il quarto più diagnosticato con una percentuale dell’11% (ad esclusione dei carcinomi della pelle) -, che conta 313.600 pazienti italiani. Inoltre, Janssen ha rivolto le proprie ricerche anche ai tumori del sangue, impegnandosi nello studio del mieloma multiplo, della leucemia linfatica cronica, del linfoma mantellare, della macroglobulinemia di Waldenström, della leucemia mieloide acuta, delle sindromi mielodisplastiche e dell’amiloidosi da catene leggere.

Terapie che possono cambiare le aspettative di vita

Un impegno importante, quello di Janssen, che negli ultimi anni ha soprattutto messo a disposizione dei medici diverse molecole, alcune delle quali sono state riconosciute addirittura essenziali per l’umanità da parte dell’OMS, altre innovative al punto da conseguire il titolo di Breakthrough Therapy Designation (BTD) da parte dell’FDA: sono in grado, in via solo preliminare e ancora in fase di sviluppo, di “trattare una malattia o condizione grave o potenzialmente mortale da sola o in combinazione con altri farmaci”. In pratica sono molecole che hanno un grande potenziale di cura e per questo va accelerata la loro fase di approvazione regolatoria. Un altro approccio in cui Janssen è all’avanguardia è quello della medicina personalizzata o di precisione, sviluppatasi grazie alle conoscenze dei meccanismi molecolari alla base delle patologie – forti di questi studi, l’azienda è arrivata a studiare terapie sperimentali per il mieloma multiplo e per il carcinoma uroteliale. Vanno nella stessa direzione anche lo sviluppo di un approccio combinato farmaco-biomarcatore, che consenta di identificare i pazienti con alterazioni del recettore per il fattore di crescita fibroblastico (FGFR), e il potenziamento della ricerca nell’intercettazione precoce dei tumori, prima che la neoplasia prenda il sopravvento.

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Tanti servizi per pazienti e medici

Accanto alla ricerca, che si sta focalizzando sulla personalizzazione della diagnosi e della terapia (grazie allo sviluppo di un approccio combinato farmaco-biomarcatore), sono stati sviluppati anche altri servizi e modalità di sostegno per venire incontro ai bisogni di informazioni chiare e di rendere meno faticosa la vita dei pazienti e l’operato dei clinici. Durante la pandemia è stato attivato Janssen a casa tua, un servizio gratuito di consegna a domicilio dei farmaci a distribuzione ospedaliera in diverse aree terapeutiche, tra cui l’oncologia e l’ematologia. Il servizio oggi consente ai pazienti di contattare – con il supporto di medici e farmacisti ospedalieri – direttamente il customer care di PHSE, il provider che effettua il servizio, per aderirvi. L’obiettivo non è solo quello di evitare contatti in situazione di fragilità, preservando la salute dei pazienti, ma anche di migliorare la qualità della loro vita con un risparmio di tempo che è stato calcolato in 10 ore e 500 km non percorsi in media in un anno.

La digitalizzazione: strategica per pensare a nuove soluzioni

Durante la pandemia è stato inoltre attivato JCare, un servizio di telemedicina nell’ambito del cancro alla prostata studiato per facilitare il lavoro di oncologi, urologi e radioterapisti italiani e che si è rivelato fondamentale. Ha infatti permesso loro di monitorare da remoto i parametri dei pazienti, scambiare documenti, pianificare visite e scaricare documenti di visite effettuate da altri medici, e dato la possibilità di effettuare video-visite ai pazienti. Janssen ha sviluppato anche OncoVoice, un nuovo sistema digitale per i medici specialisti e i farmacisti ospedalieri (integrato con gli assistenti vocali più utilizzati), finalizzato a dare loro informazioni su modalità di assunzione e posologia. Per supportare meglio i pazienti e i loro caregiver è stata creata una pagina Facebook, OncoVoice Community, nella quale trovare informazioni utili e condividere esperienze e difficoltà, ma anche traguardi. In ambito ematologico, invece, dove possono sorgere criticità legate alle lunghe attese ai Day Hospital, è stata pensata un’Agenda digitale in collaborazione con SurgiQ e KBMS, due startup che utilizzano l’intelligenza artificiale per gestire priorità e ottimizzare i flussi negli ambulatori: questo permette una gestione più razionale del tempo e delle risorse, e soprattutto garantisce un’esperienza meno pesante per i pazienti e le loro famiglie. Oltre ai progetti già ideati, ve ne sono altri ancora in fase di sviluppo – come Home Care in ematologia, utile per potenziare le cure a domicilio e sgravare gli ospedali. Il risultato di tutto ciò è aver contribuito ad allungare l’aspettativa di vita dei malati, migliorandone la qualità: secondo i dati dell’ultimo Rapporto Aiom-Airtum, a cinque anni dalla diagnosi in Italia è ancora in vita il 65% nelle donne (il 63% nel 2020) e il 59,4% negli uomini (il 54% nel 2020).

* https://www.aiom.it/wp-content/uploads/2021/10/2021_NumeriCancro_web.pdf 

Altre fonti:

https://www.airc.it/news/tumori-in-italia-i-numeri-aggiornati 

https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero& amp;id=5681

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