Le parole della scienza nella pandemia
Genoma, tamponi, esame sierologico, proteina spike, anticorpi monoclonali, vaccini a mRNA (acido ribonucleico messaggero), curva esponenziale, indice Rt: negli ultimi mesi la maggior parte delle persone è stata esposta a una pluralità di termini scientifici e di neologismi di cui non aveva mai sentito parlare o di cui, al più, aveva vaga reminiscenza. La pandemia ha preso tutti alla sprovvista e lo ha fatto anche nel campo della comunicazione scientifica: quanti cittadini erano pronti a questo sovraccarico di informazioni nuove? Quanti hanno effettivamente compreso e quanti, invece, hanno tratto delle conclusioni diverse da ciò che si voleva comunicare?
Internet, social e l’accesso alla giungla di informazioni
Il tema del rapporto tra scienza e informazione negli ultimi anni è stato uno tra i più dibattuti: l’avvento di Internet ha facilitato l’accesso a una pluralità di informazioni, ma anche al gran calderone delle fake news. Districarsi in questa giungla è sempre più difficile, anche a causa della cassa di risonanza rappresentata dall’utilizzo così intenso dei social network. Qualcosa si sta muovendo, ma è sempre una goccia nel mare. A questo si aggiunge la questione della divulgazione scientifica, con le grandi domande che da sempre si pone: quale linguaggio utilizzare affinché il cittadino medio comprenda una notizia scientifica? Come fare buona informazione, ossia diffondere notizie complete e in modo ordinato, per aggiornare i cittadini, puntando alla “testa” e non alla “pancia”? Perché è anche di questo che si tratta.
Le parole della pandemia
La pandemia ha reso ancora più importante l’esigenza di fare corretta informazione. È giusto che la comunità scientifica si interroghi su come migliorare la propria comunicazione proprio nei momenti di massima tensione: qual è e qual è stato il modo migliore per passare correttamente le informazioni medico-scientifiche? Questa comunicazione come cambia e come è cambiata, a seconda dei destinatari del messaggio? Saranno proprio queste alcune delle domande che Fondazione Roche e Fanpage.it porranno agli ospiti del nuovo live event di Talking Health – Le parole della pandemia del 20 ottobre. L’appuntamento è previsto alle 17 e vedrà la moderazione di Saverio Tommasi e la partecipazione di personaggi rappresentanti delle istituzioni, esperti di scienza, personalità di spicco nella sfera mainstream e dei social: Giovanni Di Perri, direttore del Dipartimento Malattie Infettive Ospedale Amedeo di Savoia; Federico Taddia, giornalista, conduttore e divulgatore; Alessio D’Amato, assessore Sanità e integrazione sociosanitaria Regione Lazio; Massimo Annicchiarico, direttore Salute e integrazione sociosanitaria Regione Lazio. Tra gli ospiti anche Ludovica Bizzaglia, giovane attrice, autrice e influencer, che quest’estate ha stupito i suoi follower di Instagram con le sue storie-rivelazioni legate ai possibili effetti collaterali del vaccino, che ha vissuto sulla sua pelle – scatenando non poche polemiche. La sua presenza nel dibattito è preziosa per comprendere il ruolo dei social soprattutto tra i giovani e il valore dell’informazione che viaggia su questi canali. Lei stessa ha riferito: “Il senso di queste storie è semplicemente quello di poter utilizzare questo mezzo di comunicazione nel migliore dei modi.
Appuntamento 20 ottobre dalle 17 sulle pagine Facebook e sul canale YouTube di Fanpage.it.