Le 3 regole per sopravvivere al Natale (e i relativi corollari)

Si avvicina la festività più ipercalorica dell’anno, ma le insidie sono molte di più: tavolate con parenti mai visti, altri fin troppo conosciuti, regali a cui sorridere con scarsa convinzione, giochi di società capaci di sferrare il colpo di grazia. Ma c’è l’antidoto a tutto, ecco i nostri. Con qualche consiglio in più, per rendere il Natale davvero speciale…
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A cura di Ciaopeople Studios
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Natale è la festa più bella dell’anno. Felicità, calore, poesia, bambini festanti, regali e cibo a volontà. Ma, se è vero che sotto l’albero la bontà del cibo delle feste può tramutarsi in uno sfibrante tour de force, o che i regali spesso sono più belli prima di scartarli, forse, come sottolinea UNHCR con la campagna #sopravvivereaNatale per raccogliere fondi a favore dei rifugiati di tutto il mondo, i nostri “problemi” possono essere riconsiderati in tutt’altra prospettiva se li confrontiamo con quelli di chi deve combattere il freddo e la fame in alcune delle regioni più sfortunate del mondo. La campagna invita ironicamente a stare in guardia dalle insidie dei Natali a base di abbuffate e si avvale del contributo di ​Rocco Papaleo e dei suoi preziosi consigli per la sopravvivenza che vi invitiamo a scoprire. Un kit ovviamente che con la giusta dose di ironia vuole fare riflettere su chi davvero rischia la vita in questo periodo dell’anno a causa del freddo.

Regola n.1: Resistere all’assalto dei grassi saturi

La statistica non mente e, soprattutto, è impietosa: durante le festività natalizie gli italiani ingrassano mediamente di 3 chili e, quel che è peggio, la media è data dai 4 chili nostri e dai 2 del nostro vicino di tavolata.
Corollario: sopravvivere sotto la soglia di povertà. Il dato statistico appena accennato è un implicito invito alla moderazione: il 73 per cento delle famiglie siriane rifugiate in Libano vive con meno di 4 dollari al giorno e non è neppure in grado di soddisfare le necessità primarie per la sopravvivenza quali cibo, cure mediche e alloggio. La campagna invernale di UNHCR quest’anno permetterà di assistere un numero maggiore di famiglie vulnerabili rispetto agli anni precedenti, assicurando che possano trascorrere l’inverno al caldo.

Regola n.2: Destreggiarsi tra i parenti (serpenti)

A tavola passeremo – come minimo – dalle tre alle quattro ore: fondamentale è la giusta scelta del posto. Ritrovarsi tra zia Esmeralda, sorda come una campana, e il cugino Emilio, commercialista scapolo ossessivo compulsivo, potrebbe essere la fine. Altrettanto strategico è decidere di cosa parlare: rimanere superficiali potrebbe rappresentare la salvezza con i parenti più molesti o con quelli più anziani; con i parenti più stretti, invece, meglio evitare ogni possibile gancio con querelle storiche familiari per non tediare a morte i commensali con litigi fuoriluogo.
Corollario: sopravvivere al freddo. ​Per coltivare a Natale la serenità di oltre 69.000 famiglie di rifugiati in Giordania, UNHCR, invece, assicurerà loro tutto il necessario per stare al caldo durante i quattro mesi invernali.

Regola n.3: Regali inutili? Ecco come reagire con classe

Partecipare all’apertura collettiva dei regali a volte necessita di doti recitative che solo un biennio all’Actors Studio potrebbe garantire. In assenza, ecco alcune regole-base per superare almeno gli scogli più insidiosi. Innanzitutto, la terminologia: se un regalo è brutto, si dice “bellissimo”; se è molto brutto, “utilissimo”. Locuzioni da arricchire con dei “ma, dai!” o “nooo…” da non caricare tuttavia con troppa enfasi, per rimanere in ogni caso credibili. Quando, a propria volta, si assiste all’apertura dei regali brutti fatti da noi, meglio accompagnare lo straziante rituale con locuzioni di circostanza tipo “è solo una sciocchezza…”, “è in cima alle vendite, spero tu non ce l’abbia già” o “ne ho comprati due per me…”.
Corollario: fare dei regali utilissimi. ​In Iraq, invece, non servirà recitare agli oltre 660.000 sfollati interni (110.000 famiglie), 157.700 rifugiati siriani (38300 famiglie), e 16.800 rifugiati di altre nazionalità (4.200 famiglie) che riceveranno da UNHCR gli aiuti invernali: questi, per loro, saranno certamente regali “utilissimi”.

Sopravvivere al Natale: non in tutto il mondo è così facile

Insomma, se per sopravvivere al “nostro” caldo Natale basta seguire i consigli di Rocco Papaleo, sicuramente non sono di grande utilità per i milioni di rifugiati in Siria, Iraq, Libano, Giordania ed Egitto. Per queste persone provate dalla fuga per sopravvivere e da anni vissuti nel bisogno lontani dalla loro terra l’aiuto di UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati diventa fondamentale. UNHCR li rifornisce di beni di prima necessità per l’inverno, come coperte termiche di qualità elevata, teloni impermeabili, indumenti pesanti, stufe e bombole del gas per alimentarle; ne ripara e rimoderna gli alloggi per renderli resistenti alle intemperie; migliora gli impianti di scarico e ogni altra infrastruttura, sia nei campi sia negli insediamenti informali. Centinaia di migliaia di persone, in gran parte sotto la soglia di povertà, vengono aiutate ogni anno per superare l’inverno e le inenarrabili difficoltà che ogni giorno devono affrontare. Tutti noi possiamo sostenere l’azione di UNHCR attraverso una donazione singola o donazioni regolari, decidendo l’importo e la frequenza che preferiamo. Anche il tuo aiuto è fondamentale; per un regalo diverso, fai una donazione a sostegno dei rifugiati di tutto il mondo, per permettere anche a loro di #SopravvivereaNatale: è importante per tutti, vitale ancora per troppi.

Perché una cosa è certa. Se per noi per “sfangare” queste feste basta qualche piccolo accorgimento, per i rifugiati è invece necessario un aiuto concreto da parte nostra.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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