La chimica si reinventa pensando alla neutralità carbonica

La chiamano “chimica da fonti rinnovabili”: utilizza oli vegetali o biomasse di scarto, contribuendo al raggiungimento delle emissioni zero.
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Il 2022 sta volgendo al termine e mai come quest’anno, le temperature raggiunte nei mesi estivi, ma anche in quelli autunnali, accendono i riflettori in modo chiaro su un tema che da anni viene portato avanti a livello internazionale: il surriscaldamento globale e la conseguente necessità di arrivare, entro la fine del ventunesimo secolo, alla neutralità carbonica.

Il 2022 e la sfida della neutralità carbonica

Secondo Copernicus, il programma dell’Unione Europea di osservazione della Terra, l’estate del 2022 è stata molto calda, non solo nel Vecchio Continente, ma a livello globale. Durante l’agosto appena passato la temperatura in Europa è stata 1,72 °C superiore alla media, mentre in Cina le piogge sono state del 23% inferiori rispetto alla norma, registrando il terzo valore più basso dal 1961. Con l’avvicinarsi di quella che dovrebbe essere la stagione fredda, le cose non sono cambiate molto: ottobre, nel nostro Paese, è stato di 2,2 °C più caldo del normale. Questi sono solo alcuni rilevamenti che, già da soli, dimostrano in modo chiaro e forse per la prima volta davvero tangibile per tutti, quanto sia importante agire in modo concreto per arginare il surriscaldamento globale. Negli anni passati, l’IPCC, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, ha fissato a 1,5 °C la soglia massima entro cui rimanere quando si parla di aumento delle temperature. Per rispettare questa soglia, l’Unione Europea si è impegnata a raggiungere entro il 2050 la neutralità carbonica, un traguardo anche noto come “emissioni zero”. Con questi termini si intende il raggiungimento di un delicato equilibrio tra quel che si emette e ciò che viene assorbito.

Un nuovo approccio alla chimica

Per rispettare questo sfidante traguardo, molti settori si stanno trasformando, mettendo in discussione le proprie basi e i propri processi produttivi. E le materie scientifiche non sono immuni a questa rivoluzione. Nel campo chimico si sta sviluppando la “chimica da fonti rinnovabili”, cioè un modo di fare chimica che impiega come materie prime oli vegetali o biomasse di scarto, come residui forestali o agricoli.

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Serena Sagnella, Green Chemistry Basic Engineer di Versalis, società chimica Eni, ha dichiarato in proposito: “Lavorare nel campo della chimica da fonti rinnovabili permette di non annoiarsi mai, perché non si lavora su qualcosa di noto o di standard. Poter mettere in campo le proprie idee e le competenze tecniche acquisite durante gli anni è qualcosa di gratificante. Sapere poi di farlo per uno scopo molto più grande, cioè per il mondo in cui viviamo, ti fa sentire davvero utile”.

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L’obiettivo emissioni zero di Versalis

La società chimica Versalis sta sviluppando tecnologie per il riciclo della plastica delle gomme, piattaforme di chimica da fonti rinnovabili avendo sempre come focus la circolarità e la sostenibilità. Il cuore dell’azienda di Eni è il settore ricerca e sviluppo: ogni giorno vengono studiati e messi a punto nuovi processi e prodotti; tra gli esempi durante la pandemia spicca la riconversione dell’impianto di Crescentino (VC), diventato centro produttivo di un disinfettante per mani, creato a partire da etanolo da fonti rinnovabili.

Nel “Report per la Sostenibilità” pubblicato da Versalis sono stati messi in luce i passaggi che l’azienda intende seguire per arrivare all’obiettivo della neutralità carbonica: attuazione di iniziative di economia circolare anche attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti da riciclo chimico e meccanico, lo sviluppo della chimica da fonti rinnovabili, la riduzione progressiva delle emissioni di gas serra, aumentando l’efficienza energetica e investendo in tecnologie low carbon.

Adriano Alfani, Amministratore delegato di Versalis, ha commentato: «Perseguire la transizione per un’industria chimica comporta l’attuazione di un percorso di trasformazione mediante lo sviluppo di progettualità strategiche che sostengano un’economia a zero emissioni e alimentino la crescita del tessuto sociale e la prosperità dei territori in cui si opera».

Marco Petracchini, Presidente di Versalis, ha commentato: “Il Report testimonia il nostro impegno continuo per la sostenibilità, nel rispetto delle persone e dei territori in cui operiamo. Stiamo vivendo un periodo storico senza precedenti, ma le complessità non hanno rallentato il nostro percorso per continuare a innovare e a trasformarci in un’azienda completamente differenziata e sostenibile, che crei valore per tutti gli stakeholder”.

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