Il futuro del lavoro e i lavori del futuro
Secondo i report del World Economic Forum sul futuro del lavoro, il 65% dei bambini che inizia la scuola farà un lavoro che oggi non esiste. Il cambiamento del mondo del lavoro è così rapido che nel tempo in cui i bambini di oggi si formeranno, la metà degli attuali impieghi sarà automatizzata. Questo significa che se da una parte certi lavori non avranno più senso di esistere, dall’altra si faranno spazio nuove occupazioni. Si tratta di mansioni e incarichi che richiederanno competenze nuove e sempre aggiornate. Ma c’è dell’altro. Stiamo andando, infatti, verso un mondo nel quale cambieremo lavoro con sempre maggiore frequenza e il lavoro riempirà in modo diverso le nostre giornate, smussando i confini che tradizionalmente lo separavano alla nostra vita privata.
Proviamo a fare un esempio. Il cloud computing (conosciuto anche solo come “cloud”), è un sistema che nasce negli anni ’60, ma la tecnologia impiega diverso tempo a diventare a maturare. La vera svolta, infatti, arriva con la diffusione capillare della banda larga, cosa che ha permesso di rendere veramente vantaggiosa questa tecnologia. I nuovi metodi di archiviazione hanno dato vita a impieghi che solo qualche anno fa erano del tutto impensabili. È il caso del Cloud Architect, un vero e proprio architetto del mondo digitale, che si occupa di progettare e costruire ambienti cloud scalabili e funzionali, facilmente gestibili e capaci di adattarsi alle esigenze di business di specifiche imprese. Il Cloud Architect nasce per facilitare il processo di trasformazione digitale delle aziende, ma non è da escludere che in un prossimo futuro diventi una figura professionale stabile per queste aziende. I Cloud Architect di oggi non hanno fatto una “scuola” specifica, semplicemente perché non esiste. Hanno dovuto incrociare diverse competenze e aggiornare di volta in volta le proprie conoscenze, definendo la propria professionalità autonomamente e al di fuori dei percorsi formativi tradizionali.
Sempre secondo i report del World Economic Forum, questi sono i 10 ruoli che si distingueranno entro il 2022:
- Analisti e scienziati dei dati;
- Specialisti in Al e Machine Learning;
- Direttori generali e operativi;
- Sviluppatori e analisti di software e applicazioni;
- Professionisti delle vendite e del marketing;
- Big Data Specialists;
- Specialisti della trasformazione digitale;
- New Technology Specialists;
- Specialisti dello sviluppo organizzativo;
- Servizi di tecnologia dell'informazione.
Questi invece quelli che, nello stesso arco di tempo, tenderanno a scomparire:
- Impiegati per l’inserimento dati;
- Impiegati contabilità;
- Segretari amministrativi ed esecutivi;
- Assemblaggio e operai in fabbrica;
- Informazioni sui clienti e addetti al servizio clienti;
- Servizi alle imprese e responsabili amministrativi;
- Commercialisti e revisori;
- Impiegati addetti alla registrazione dei materiali e alle scorte;
- General and Operations Manager;
- Impiegati del servizio postale.
Secondo Andrea Malacrida, Country Manager di The Adecco Group in Italia, a livello globale nei prossimi 5 anni si creeranno 60 milioni di posti di lavoro.
Anche in Italia, nei prossimi 5 anni assisteremo a importanti trasformazioni del mondo del lavoro, a cominciare a cominciare dal fatto che ogni 5 nuove opportunità professionali, ben 3 riguarderanno il mondo del coding, dell’automazione, dei big data e dei servizi ad essi collegati. Come prepararsi a questo scenario in così profonda evoluzione? Il punto di partenza è il mindset che ciascun professionista deve adottare: lavorare sul reskilling e mantenere costante l’apprendimento di nuove competenze. In pratica sta tutto nella capacità della persona di tenere il passo con le conoscenze e le competenze richieste dal mercato del lavoro. L’apprendimento continuo diventa perciò uno strumento inderogabile di occupabilità.
Proprio partendo da questo presupposto, il 16 settembre scorso, a Milano, è stato inaugurato il nuovo HUB fisico di Phyd in via Tortona. Un luogo di innovazione e conoscenza con un palinsesto di contenuti cross generazionali erogati nell’arco di tutto l’anno sui temi del futuro del lavoro, dell’apprendimento continuo e delle skills emergenti. Phyd, la digital venture di The Adecco Group è una piattaforma digitale e uno spazio fisico, il cui obiettivo è la valorizzazione costante e continuativa delle persone, prima ancora che dei lavoratori, che sono considerate il vero e fondamentale asset strategico di un sistema organizzato. Il nome PHYD deriva dalla fusione di “physical” e “digital” e l’idea è quella di non distinguere più “online” e “offline”, ma di parlare di “onlife”, ovvero una dimensione ibrida che poggia le basi sul paradigma di apprendimento continuo e contaminazione per esperienza.
Manlio Ciralli, CEO e founder di Phyd, presenta così il nuovo spazio che ha aperto a Milano: "Phyd è il nuovo hub verticale sull’occupabilità: perché non basta più parlare di occupazione. Grazie all’intelligenza artificiale sviluppata con Microsoft, siamo in grado di verificare le competenze e le skill di uno studente, di un lavoratore o di una persona in cerca di lavoro. In poco tempo vediamo qual è l’indice di aderenza alla posizione che si vorrebbe ricoprire e a questo punto la piattaforma è in grado di suggerirgli il percorso formativo migliore per colmare eventuali gap. Phyd è un luogo fisico e online che vuole essere una sorta di palestra: ti svela le tue reali competenze e cosa devi fare per continuare a formarti. La nostra ambizione è di partire dal potenziamento delle competenze e dall’accrescimento della conoscenza per generare nuove e più interessanti opportunità lavorative per ciascuno di noi".