Il 40% delle donne ha subìto molestie sul lavoro: cosa ci dicono i dati

Non emerge nulla di buono nell’ultima indagine sull’equità e l’inclusione nel mondo del lavoro. Tra più di 10.000 donne intervistate ben 7 su 10 hanno ricevuto allusioni o battute sessiste, e oltre il 43% di loro vere e proprie avances indesiderate. In Italia c’è ancora molto da fare per raggiungere la parità di genere e le aziende devono far parte del cambiamento.
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Nel nostro Paese il divario tra uomini e donne nel campo del lavoro è molto alto, tanto che secondo il Global Gap Report 2024 di questo passo raggiungeremo la parità di genere solo nel 2158¹. A fare luce sulla situazione è l'ultimo survey realizzato da Fondazione Libellula, L.E.I. 2024 – Lavoro, Equità, Inclusione dal titolo “Ti Tocca”². Le domande sono state poste a 11.201 donne dai 18 anni in su, sia dipendenti che libere professioniste, a rappresentanza di tutte le zone italiane e con titoli di studio variegati (da nessun titolo, fino alla formazione post-laurea).

Nonostante le differenze socio-culturali viene fuori che tutte hanno conosciuto da vicino la violenza di genere e la discriminazione sul posto di lavoro: il 40% ha subìto contatti fisici indesiderati, il 27% ha ricevuto richieste di natura sessuale non gradite, 7 su 10 hanno ricevuto complimenti e allusioni non richieste o battute sessiste. Non va meglio quando si parla di stipendio, perché il 60% delle donne continua ad avere una retribuzione inferiore rispetto ai colleghi maschi, a parità di ruolo e anzianità. Inoltre 1 donna su 2 non ha mai chiesto un aumento in busta paga, il 65% viene considerata aggressiva se dimostra di avere ambizione di crescita, e solo 3 su 10 vengono chiamate con il loro titolo professionale anziché “signora” o “signorina”.

È chiaro che le aziende non possono rimanere indietro, è necessario investire di più per formare il personale anche nel campo della parità, per contrastare gli stereotipi, i bias di genere e stimolare un linguaggio inclusivo. Una strategia che contribuisce a rendere la società più equa, ma che aiuta l'azienda stessa a diventare più competitiva sul mercato: Coop Italia fa la sua parte: dal 1998 è certificata come prima azienda italiana a dotarsi di una Politica per la parità di genere. Con il progetto Close the Gap si impegna quotidianamente a portare avanti un dialogo su temi importanti, e tutti tra consumatori, soci, dipendenti e fornitori sono chiamati a interrogarsi sulle varie forme di disparità: dal sostegno alla comunità LGBTQIA+ alla lotta per ottenere l'aumento del congedo di paternità o l'eliminazione dell'iva sugli assorbenti.

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Il 71,5% dei dipendenti Coop è donna, nel Cda delle cooperative ce ne sono il 41%, ma puntano a diventare almeno il 50 e non mancano i progetti educativi e il supporto concreto alle organizzazioni sul territorio. Nel 2023 insieme a Differenza Donna (l'associazione che coordina il 1522, il numero di pubblica utilità antiviolenza e stalking) hanno anche realizzato il podcast Il Silenzio Parla, per dare voce alle donne vittime di violenza che hanno fatto il primo passo proprio rivolgendosi alle operatrici del 1522. Quest'anno il progetto è stato arricchito di nuove puntate, stavolta protagoniste sono le storie vere degli uomini testimoni di violenza che hanno deciso di non rimanere inermi. È importante, infatti, che di questo tema se ne parli in modo trasversale, perché la parità di genere si raggiunge solo se uomini e donne si schierano dalla stessa parte.

¹ https://unric.org/en/global-gender-gap-report-2024-it-will-take-134-years-to-reach-gender-parity/ ² https://iipo.it/wp-content/uploads/2024/03/Fondazione-Libellula-Survey-L.E.I-2024-Ti-Tocca.pdf

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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