Gli amici con l’anima green sono considerati pesanti: sarà vero?

Noiosi e seri, impegnati a trovare soluzioni green e non sempre sostenuti dai propri amici: i green lover, che ambiscono a diminuire il proprio impatto ambientale, sono considerati “pesanti”, ma per il Pianeta sono i più leggeri.
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Quante volte un amico ciclista con la targhetta “NO OIL” attaccata alla bici ha guardato con disprezzo lo smog causato dalla nostra auto diesel e poi ci ha attaccato una paternale sui gas serra? È vero: spesso gli ecologisti sono pesanti. Ma, diciamocelo, quante risorse della Terra consuma un ciclista che sfreccia verso il suo ufficio? Un po’ di ossigeno, un po’ di acqua e tanta energia data dalla potenza muscolare. Se dovessimo quantificare quanta anidride carbonica immette nell’ambiente un ciclista abituale potremmo esserne stupiti: la sua carbon footprint (letteralmente, “impronta di carbonio”) è veramente minima rispetto a quella di chi non presta attenzione ai propri comportamenti. Gli amici green lover non sono “pesanti” come superficialmente qualcuno di noi li vede, ma spronano invece gli altri a essere più “leggeri” e a migliorarsi. Vediamo come.

Quelli che… riciclano qualunque cosa

Il primo comandamento degli ambientalisti è “non sprecare”. Tutto ciò che viene incenerito ma può essere riutilizzato, tutto ciò che si dismette ma può andar bene ancora per qualcun altro, è considerato una risorsa da non sprecare. Non esiste “l’usa e getta”, con l’unica eccezione per il campo sanitario (e questo per ovvi motivi). Far circolare i prodotti usati è un mantra apprezzato non solo dalla Terra, ma anche dal nostro portafoglio.

Quelli che… spengono le luci 

Proprio a testimonianza dell’attenzione verso ogni tipo di spreco, gli ecologisti non dimenticano mai le luci accese e nemmeno la spia rossa della TV: la famigerata spia di “stand by” di tutti gli apparecchi elettronici sembra pesare a livello mondiale per una cifra di 60 miliardi di euro l’anno, 80 euro a famiglia. Il problema non sono solo i costi e le bollette, ma il peso – assolutamente evitabile – di questo spreco in termini di emissioni di CO2.

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Quelli che… solo le rinnovabili

Gli ambientalisti, quando si parla di energia domestica, sono per l’autoconsumo. Optano per i pannelli solari e per le pompe di calore, non vogliono bruciare le risorse fossili e amano le rinnovabili. Non basta. In genere si attivano anche per immettere nella rete pubblica l’energia pulita prodotta dai pannelli fotovoltaici disposti sui propri tetti, in primis per moltiplicare i benefici dell’energia pulita e poi per avere un ritorno anche in termini economici. Insomma non solo non sprecano, ci guadagnano pure. Gli altri pagano per affossare il Pianeta. Non è difficile capire chi si sta muovendo meglio su questo fronte…

Quelli che… solo l’auto elettrica

Prima ancora che diventasse cool, l’auto elettrica era giù nella mente degli ecologisti. Gli incentivi hanno solo facilitato una decisione già presa: il bollo di circolazione è stato azzerato e gli ecobonus hanno aperto una strada già intrapresa anche se alcuni aspetti – come il problema dello smaltimento delle batterie di cobalto e litio (e la loro estrazione) – sono ancora oggetto di aspri dibattiti. Intanto l’aria è più pulita e la Terra ringrazia.

Quelli che… stanno attenti anche a ciò che si mangia

Anche l’alimentazione per un ambientalista è una scelta di campo: sprecare cibo non è contemplabile. Sembra che un terzo del cibo prodotto (1,3 mld di tonnellate) finisca nella spazzatura e con quello, secondo il WWF, si potrebbero sfamare circa 800 milioni di persone denutrite. Ma non è solo lo spreco il problema. Anche l’impatto ambientale dei rifiuti è importante: l’impronta di carbonio dei rifiuti risulta essere di circa 3,3 giga tonnellate di gas serra, pari a circa un terzo delle emissioni dei carburanti provenienti dalle risorse fossili. A ciò si aggiunge la questione del gas metano degli alimenti che finisce in discarica, molto più dannoso anche dell’anidride carbonica. Insomma, prima di buttare qualcosa in pattumiera, meglio pensarci due volte.

Quelli che… gli elettrodomestici solo A+++ 

Caldaia vecchia? Lavatrice donata dalla nonna? Per ottimizzare la resa dei vecchi elettrodomestici e prolungarne il ciclo di vita – se ancora funzionanti e non obsoleti dal punto di vista normativo -, è utile non dimenticare mai di fare una buona manutenzione. E se per caso si dovesse rompere? La buona notizia è che dal 2021 i consumatori europei godranno del diritto alla riparazione di un elettrodomestico, in barba a chi sostiene che non sia conveniente farlo: le case produttrici saranno, infatti, obbligate a garantire la disponibilità di tutti i pezzi di ricambio per almeno 7 o 10 anni. Se invece si deve per forza acquistare un elettrodomestico nuovo, i nostri amici ecologisti valuterebbero solo quelli che riportano in etichetta la dicitura A+++, ossia quella formula che indica la massima resa con il minimo consumo di risorse. Una formula che aiuta anche a valutare l’impatto ambientale di un elettrodomestico. Ogni scelta, anche quella più banale come ad esempio preferire una borraccia alla bottiglietta d’acqua non riciclabile, contribuisce a salvaguardare l’ambiente. Meglio riflettere sempre e informarsi sulle conseguenze dei propri comportamenti prima di giudicare i green lover. Un inizio? Proviamo a capire qual è il nostro impatto ambientale calcolando la nostra personale carbon footprint: basta un clic per scoprirlo e iniziare a “pesare”
di meno (link: https://footprint.engie.it/).

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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