Cos’è un condominio solidale? A Verona, un progetto che ridà speranza alle mamme in difficoltà
Quale posto più adatto per trasformarsi in una casa d'accoglienza, se non un monastero? È questa l'idea della Caritas diocesana di Verona che ha dato vita a un progetto di solidarietà per ospitare famiglie in difficoltà, donne sole con minori a carico e in emergenza abitativa. La Casa Santa Elisabetta si trova nel cuore della città e ha all'interno otto alloggi autonomi in cui i nuclei familiari possono ritrovare la propria tranquillità e indipendenza, ma creare anche amicizia e mutuo aiuto. Gli spazi privati sono importanti, ma è in quelli comuni che si riescono a costruire preziose relazioni e un confronto costruttivo.
L'emergenza abitativa è una triste realtà che colpisce sempre più cittadini, anche improvvisamente: tra le persone ospitate dal progetto non ci sono solo quelle con fragilità di lungo corso, ma anche donne che si sono ritrovate improvvisamente senza una fonte di sostentamento primario o con la difficoltà a rientrare nel mercato del lavoro. Secondo il Vescovo Domenico Pompili, presidente della Caritas, "Casa Santa Elisabetta è un'oasi nel deserto in un contesto di individualismo diffuso, è pensata per dare non solo un concreto aiuto materiale, ma anche amicizia, solidarietà e vicinanza, indispensabili per superare le situazioni di disagio".
Il condominio solidale è di fatto una zattera nella tempesta che si trasforma in una nave solida, perché rimane un punto di riferimento anche al termine dell'esperienza (che ha una durata di 24 mesi), alimentando un circolo virtuoso di cooperazione e crescita personale. Il monastero è stato trasformato grazie al contributo di 500mila euro arrivati dai fondi dell'8xmille alla Chiesa cattolica, una firma che non è solo una firma, perché dietro al gesto di migliaia di contribuenti riescono a fiorire le storie di rinascita ed emancipazione di decine di donne ogni anno.
Le ospiti siglano infatti un "patto di accompagnamento" che include da una parte i programmi messi in campo da Caritas e dall'altra il loro impegno per raggiungere di nuovo indipendenza e autonomia, trovando sostegno anche per i figli: l'obiettivo di questo progetto così innovativo va oltre l'assistenzialismo, e mira ad accrescere l'autostima delle donne, rendendole protagoniste del proprio percorso e della propria vita. Così il condominio viene amministrato da un'operatrice e un gruppo di preziosi volontari che si occupano anche di organizzare laboratori e attività culturali, oltre a svolgere un lavoro quotidiano di accompagnamento e orientamento alle opportunità.