Basta tv, i più giovani amano lo streaming e si informano online
Le abitudini cambiano, anche per quanto riguarda il tempo libero. Nel caso di ragazzi e ragazze nati tra gli anni '90 e il 2010 l'intrattenimento risulta sempre più importante, e in gran parte lo cercano online. Rispetto ai genitori che sono soliti accendere la tv e godersi il palinsesto già programmato, millennial e GenZ preferiscono cercare da sé gli argomenti più interessanti: film, serie tv, ma anche attualità e sostenibilità ambientale. Basta tv e giornali, insomma, tutto passa attraverso uno schermo, e il linguaggio si è fatto sempre più fresco e genuino.
I giovani stanno riscoprendo anche il valore dei documentari, le docu-serie stanno vivendo il loro periodo di massimo splendore, con nuovi titoli pronti per essere cliccati ogni settimana e l'Italia non resta a guardare.
Qualche giorno fa è arrivato su Youtube “Circular Future Tour”, il progetto ideato da Eduiren (il settore educational del Gruppo Iren) e Giffoni Innovation Hub. I tre video pubblicati sulla piattaforma ripercorrono il viaggio inedito del content creator Marcello Ascani al volante di un van che ha toccato tre diverse regioni: la Liguria con il ciclo idrico e i suoi impianti di depurazione delle acque, il Piemonte per capire come funziona l'energia idroelettrica fino al suo arrivo in città e l'Emilia Romagna, dove i rifiuti diventano una risorsa. Un viaggio alla scoperta anche dei territori circostanti gli impianti Iren, per raccontare in ogni episodio curiosità locali e realtà di valore.
L'idea di Iren, la multiutility che opera nel nord ovest per la produzione di energia elettrica, la gestione dei rifiuti e del ciclo idrico, è stata innovativa: spiegare ai più giovani, cioè coloro che saranno i protagonisti del prossimo futuro, le tecnologie utilizzate negli impianti circolari sparsi sul territorio, per avvicinarli concretamente ai valori della sostenibilità. “La realizzazione della docu-serie nasce da un approccio che vuole essere innovativo anche nella forma. Abbiamo cercato di usare uno strumento diverso affinché fossero i ragazzi a raccontare le cose perché pensiamo che sia un modo per rendere interessanti cose che sono di per sé lo sono, ma restano poco conosciute.” ha spiegato Fiorenza Genovese, responsabile progetti speciali di Eduiren.