Andare a vivere da soli, come cambia la propria vita?

In Italia vivere da soli è un traguardo che arriva più tardi, in media intorno ai 30 anni. Lasciare la casa dei genitori è un momento importante che si porta dietro anche tante emozioni nuove e contrastanti: come affrontano i millennial questo passo importante verso l’indipendenza?
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A cura di Ciaopeople Studios
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Secondo l'Eurostat i giovani italiani vanno via di casa più tardi rispetto ai cugini francesi e tedeschi. In media i ragazzi salutano il nido dei genitori intorno ai 30 anni, mentre le ragazze a 29, niente a vedere con il record finlandese: 21,3 anni. Le motivazioni sono variegate, ognuna importante a modo suo. Carovita, affitti in aumento, ma anche un mercato del lavoro che non sembra adattarsi più ai sogni e alle aspirazioni dei millennial. C'è infine un aspetto culturale che non è possibile dimenticarsi: gli italiani sono legatissimi alla propria famiglia, e a un certo punto della propria vita bisogna fare i conti tra la voglia di indipendenza e il desiderio di rimanere ancorati alle proprie radici.

Andare a vivere da soli è un passo importante che può fare paura, ma che al tempo stesso è carico di emozioni e aspettative verso il futuro. La vita dei giovani che riescono a costruirsi uno spazio tutto per sé viene decisamente stravolto, anche per questo gli italiani ci pensano due volte, aspettando di avere una stabilità economica e lavorativa prima di salutare i genitori. Perché l'autonomia si impara giorno dopo giorno, e c'è da fare i conti con bollette, elettrodomestici, spesa settimanale e improvvisarsi chef a ogni pasto.

All'inizio è elettrizzante poter arredare gli ambienti solo in base al proprio gusto o rientrare a casa più tardi del solito, ma è normale anche provare un po' di solitudine. Diventare grandi vuol dire di certo assumersi più responsabilità, e in qualche modo sentire di doversela cavare solo con le proprie forze: perché quando si lascia la casa dei genitori si abbandona anche una buona dose di aiuto reciproco nella quotidianità. . Un mix di emozioni, insomma, che spaziano dall'entusiasmo all'incertezza, arrivando infine alla scoperta di una maggiore consapevolezza di sé: è proprio questo che vuol dire diventare grandi.

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Infine, anche il rapporto con la famiglia cambia. Non sono solo i millennial a crescere, ma anche i cosiddetti “boomer”, che si ritrovano d'improvviso catapultati in una nuova giovinezza. Senza più i loro figli a casa fanno finta di tirare un sospiro di sollievo “finalmente niente più disordine!”, la realtà è che figli e genitori si mancheranno sempre. Nonostante la lontananza, basterà però telefonarsi per sentirsi più vicini, perché la famiglia è quel luogo sicuro pronto sempre ad accoglierci, quello che non cambia mai mentre intorno a noi tutto cambia. E non è forse questo a darci la forza necessaria a camminare da soli nel mondo?

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