Alzheimer: agire per salvare ricordi e vita quotidiana

Solo nel 2019 la malattia di Alzheimer e le altre demenze sono costate globalmente 1,3 trilioni di dollari, 15 miliardi in Italia, ma i costi dovrebbero più che raddoppiare entro il 2030. Cosa fare? Impegnarsi nella diagnosi precoce e tempestiva e nel sostegno alle famiglie è una delle strade più efficaci.
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“Sicuri che io ci fossi? Davvero non ricordo di esserci stato!”. Una frase che può capitare a tutti di pronunciare quando si guardano i vecchi album di foto o quando si evocano ricordi magari in una rimpatriata coi vecchi compagni di scuola. Ma quando questa frase viene ripetuta tante, troppe volte, forse è il caso di approfondire. Perché le patologie neurodegenerative che colpiscono il cervello non sono così rare come si vorrebbe.

I numeri della malattia di Alzheimer

Una delle patologie neurodegenerative più conosciute è la malattia di Alzheimer, una patologia che coinvolge non solo le capacità cognitive, ma anche quelle funzionali. Si inizia dimenticando. Dapprima un ricordo, poi due, poi tanti in un modo che non è “fisiologico”, ma “patologico”. I ricordi belli e i ricordi brutti. Le esperienze che ci hanno definito come persone e quelle che ci hanno caratterizzato. Quando si arriva a dimenticare gli eventi più importanti della propria vita, la malattia è già conclamata. Ma dimenticare non è l’unico effetto: la malattia di Alzheimer non ruba solo i ricordi, ma anche la qualità della vita e l’indipendenza nella vita di tutti i giorni. Piano piano si smette di essere autonomi fino a diventare completamente dipendenti. Nel mondo sono circa 416 milioni le persone di età pari o superiore ai 50 anni affette da questa malattia: più di una persona su cinque. In Italia sono ben 600 mila le persone affette da Alzheimer (1), e oltre un milione le persone con demenza; ma i numeri non si fermano qui perché i familiari e i caregiver che assistono i loro cari sono molti di più, circa 3 milioni di persone (2). Sono proprio i familiari che si accorgono prima di altri dei segnali, pur subdoli e sotto traccia, della malattia: sono loro, spesso, la parte più attiva che stimola a una diagnosi precoce, fondamentale per poter rallentare il progredire della malattia e consentire al malato di avere una qualità della vita migliore e per più tempo e di modificare, eventualmente, il proprio stile di vita in funzione di una diagnosi certa. Il “peso” economico di questa condizione in Italia è di circa 15 miliardi annui (3). Purtroppo i numeri, destinati a crescere(4)  a causa dell’invecchiamento della popolazione, viaggiano su un binario parallelo alla diagnosi: meno del 20% delle persone affette da demenza riceve una diagnosi tempestiva (5).

La malattia di Alzheimer: la diagnosi biologica

Il problema della diagnosi precoce e tempestiva sovente è da ricondurre all’organizzazione sanitaria, spesso impreparata. A oggi la scienza medica ha fatto grandi progressi dirigendo la diagnosi verso un’indagine biologica basata sulla ricerca di biomarcatori specifici: i biomarcatori sono marcatori biologici che possono indicare la presenza di una malattia (6). Nel caso della malattia di Alzheimer l’indagine si deve concentrare sulla proteina amiloide. Quest’ultima è presente fisiologicamente nell’organismo ma può accumularsi nel cervello in placche causando problemi di memoria (7). Le scansioni PET dell’amiloide (8), gli esami del liquido cerebrospinale e gli esami del sangue che rilevano la proteina amiloide vanno in questa direzione; facilitare l’accesso a questi esami dovrebbe costituire un’autostrada per diagnosticare o escludere la malattia di Alzheimer.

Alzheimer: una Giornata Mondiale per non dimenticare

Una campagna che si propone di riscrivere la narrazione corrente della malattia di Alzheimer, favorendo una maggiore consapevolezza dei primi sintomi della malattia così da rendere sempre più frequente una diagnosi precoce. Eli Lilly Italia, da tempo impegnata, a livello mondiale, nella ricerca di trattamenti e metodi diagnostici per le persone affette dalla malattia di Alzheimer, lancia la campagna “Pensaci, per non dimenticarlo”, con il patrocinio di AIMA – Associazione italiana malattia di Alzheimer, SIN – Società italiana di Neurologia, e SINDEM – Associazione autonoma aderente alla SIN per le demenze, proprio in occasione del 21 settembre, nella Giornata Mondiale dedicata a questa patologia. Per l’occasione è stato ideato un video basato sul romanzo “Elegia per Iris” di John Bailey, i cui brani vengono letti dall’attore Luca Ward, che accoglie anche una parte scientifica dove i protagonisti sono i medici Alessandro Padovani, Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Brescia e Presidente Sin, Annachiara Cagnin, Responsabile Centro per il declino cognitivo e la demenza della Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedale-Università di Padova e Segretario Sindem e Patrizia Spadin, Presidente Aima. «Oggi ci troviamo di fronte a uno scenario inedito: per la prima volta la ricerca scientifica sta per fornire soluzioni in grado di interferire con l’andamento della patologia d’Alzheimer – dichiara Annachiara Cagnin, – Si passa cioè dall’avere a disposizione soluzioni che agiscono sul sintomo cognitivo o comportamentale, a trattamenti che possono rallentare la progressione o ritardare l’esordio dei sintomi se utilizzati in una fase precoce di malattia. Per questo è importante, se si avvertono dei segnali di allerta, soprattutto se persistenti o ricorrenti, rivolgersi al medico di medicina generale o allo specialista neurologo, per avviare anche dei semplici esami che consentano di capire il rischio, lo stato di salute del cervello, l’eventuale diagnosi e, se serve, il trattamento farmacologico di oggi e di domani».

Se qualcuno si dimentica continuamente dove ha parcheggiato l’auto o non ricorda i nomi dei familiari, forse ha bisogno di una diagnosi precisa. Non perdiamo tempo.

PP-AD-IT-0067

  1.  Stime globali sul numero di persone nel continuum della malattia di Alzheimer, 2022. Disponibile all'indirizzo: https://alz-journals.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/alz.12694 
  2.  Gustavsson A, Norton N, Fast T, et al. Stime globali sul numero di persone nel continuum della malattia di Alzheimer. Alzheimers Dement. 2023;19(2):658-670. doi:10.1002/alz.12694.
  3. Deloitte, Biogen, 2022, Barometro Alzheimer: riflessioni sul futuro della diagnosi e del trattamento della malattia di Alzheimer, https://www.biogenitalia.it/content/dam/corporate/europe/italy/it-it/disease-areas/alzheimers/testo-barometro-per-sito-biogen-italia-web.pdf 
  4.  Alzheimer's Disease International, 2023. Statistiche sulla demenza. Disponibile all'indirizzo: https://www.alzint.org/about/dementia-facts-figures/dementia-statistics/
  5.  Il percorso diagnostico dei pazienti con decadimento cognitivo lieve e demenza del morbo di Alzheimer e l'importanza dei test dei biomarcatori per una diagnosi tempestiva: un'indagine del mondo reale in Europa. 2023 Disponibile all'indirizzo https://www.valueinhealthjournal.com/article/S1098-3015(23)04742-3/abstract 
  6.  Dizionario del National Cancer Institute. Biomarcatore. Disponibile all'indirizzo: https://www.cancer.gov/publications/dictionaries/cancer-terms/def/biomarker. Consultato il 2 dicembre 2022.
  7.  Porsteinsson AP, Isaacson RS, Knox S, et al. Diagnosi della malattia di Alzheimer precoce: pratica clinica nel 2021. J Prev Alzheimer Dis. 2021;8:371-386.
  8.  Galvin JE, Aisen P, Langbaum JB, et al. Fasi iniziali della malattia di Alzheimer: evoluzione del team di cura per una gestione ottimale del paziente. Neurol. anteriore 2021;11:592302. 
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