A rischio l’udito di un miliardo di giovani, ma correre ai ripari si può

Nell’immaginario collettivo i problemi di udito interessano gli anziani o, al massimo, gli over 55 ancora attivi nel lavoro e nella vita pubblica. Ma è una visione parziale: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità oltre un miliardo di giovani tra i 12 e i 35 anni è a rischio a causa dell’esposizione incontrollata al rumore quotidiano. Entro il 2050 oltre 900 milioni di persone soffriranno di una perdita uditiva. Per questo è importante sensibilizzare soprattutto i più giovani a un ascolto responsabile.
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I problemi di udito nell'immaginario collettivo riguardano gli anziani o, al massimo, chi ha superato i 55 anni di età ed è ancora attivo nel lavoro e nella vita pubblica. Ma non è proprio così: secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre un miliardo di giovani tra i 12 e i 35 anni è a rischio a causa dell'esposizione incontrollata al rumore quotidiano. Radio a tutto volume, musica a livelli eccessivi nei locali e nelle discoteche, oppure negli auricolari, magari mentre si è in metropolitana, sommati ad alcuni dei rumori presenti nelle nostre case e nelle nostre città, potrebbero provocare entro il 2050 oltre 900 milioni di persone con una condizione di calo uditivo, oltre ad avere altri effetti sensibili sul nostro benessere. Si tratta di una persona su 10. Sono numeri che fanno riflettere. Eppure, siamo così abituati a vivere immersi nel rumore che non ci facciamo quasi più caso.

Convinti che i rumori pericolosi siano soprattutto quelli delle fabbriche e dei luoghi di lavoro, sottovalutiamo l'impatto che il traffico, il ronzio degli elettrodomestici e la musica ad alto volume possono avere sul nostro sistema uditivo e sulla nostra salute. Spesso dimenticandoci che l’eccesso di rumore è, in realtà, una parte integrante dell’inquinamento ambientale, che tanto ci vede impegnati attivamente nel proteggere l'ambiente e nel ridurre gli sprechi. Il risultato? In Europa, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, un cittadino su cinque è soggetto all'inquinamento acustico, con i danni che questo comporta.

La continua esposizione al rumore eccessivo, infatti, non danneggia solo l’udito, nei casi più gravi. A lungo andare può provocare altri effetti nocivi sulla nostra salute come irritabilità, disturbi del sonno, problemi cardiovascolari, disturbi all'apparato gastrointestinale, alterazioni del sistema nervoso, e persino modificazioni al sistema immunitario. La buona notizia è che la metà dei casi di problemi all'udito può essere prevenuta. Per questo è importante sensibilizzare tutti, soprattutto i giovani, sull'importanza di un ascolto consapevole. Una battaglia, questa, che Amplifon combatte da tempo.

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La multinazionale italiana da anni sensibilizza sui temi dell'inquinamento acustico e dell'importanza del benessere uditivo e ha posto l'informazione e l'educazione dei giovani all'ascolto responsabile al centro delle proprie attività di responsabilità sociale. Lo fa anche andando nelle scuole con il progetto “Ci Sentiamo Dopo”, che ha l’obiettivo di rendere i giovani italiani veri e propri ambasciatori di una nuova ecologia acustica, sensibilizzandoli sulla necessità della prevenzione dei disturbi uditivi e del contenimento dei problemi sociali collegati – come l'isolamento e la conseguente mancanza di inclusione – in maniera diretta e più vicina al loro "mondo".

Avviato nel 2019, “Ci Sentiamo Dopo” ha coinvolto solo nel primo anno più di 800 scuole e 20.000 studenti in tutta Italia con laboratori e workshop nelle scuole superiori di primo e secondo grado. Il progetto è stato anche supportato dal coinvolgimento dei professionisti dell’udito di Amplifon, di esperti provenienti da diversi ambiti disciplinari e di ospiti esterni di spicco, come LaFil-Filarmonica di Milano e la sound designer Chiara Luzzana, che progetta il suono dei brand più importanti del mondo. Anche le  istituzioni del territorio hanno avuto un ruolo importante nell’iniziativa, così come il kit ludico-informativo appositamente ideato da Amplifon.

Nemmeno il lockdown ha fermato “Ci Sentiamo Dopo”: durante i mesi di sospensione delle attività didattiche in aula, il progetto è continuato grazie al portale dedicato www.cisentiamodopo.it, che vede oltre 5.800 utenti attivi e più di 23.500 visualizzazioni di pagina. E, soprattutto, grazie alla app “Ci Sentiamo Dopo”, una “Tripadvisor del rumore” che permette di geolocalizzarsi e misurare il livello di rumore dell'ambiente circostante, creando una mappa condivisa dell'inquinamento acustico delle città. Uno strumento, disponibile su Android e Apple, utile e accessibile a tutti, che ha già coinvolto una community di oltre 3.000 utenti e che tutti dovremmo avere sui nostri smartphone per essere informati sul livello di inquinamento acustico delle nostre città e contribuire alla mappa generata dalle misurazioni della community.

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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