6 giovani su 10 non si sentono rappresentati: la politica può ripartire dall’Europa?
In Italia ci sono più di 12 milioni di persone sopra i 14 anni che non si interessano in alcun modo di politica: non ne parlano, non si informano e soprattutto non votano. Un dato allarmante registrato dall'Istat che a ben vedere non sembra rallentare, perché l'astensionismo è un problema che rischia di diventare a breve un vero e proprio “boomerang”. Il disamoramento verso il dibattito politico è trasversale, colpisce uomini e donne di tutte le età, ma in particolare 6 giovani su 10 dicono di non sentirsi rappresentati dalla classe dirigente in quanto non c'è alcun leader in grado di ascoltare le preoccupazioni che nutrono per il futuro.
Ma la buona notizia è che l'Italia gioca un ruolo di primo piano nelle politiche europee, e se la visione delle istituzioni locali non si sposa con quella delle nuove generazioni c'è un campo più ampio a cui si può fare riferimento: Bruxelles. La fiducia nell'UE è infatti più salda che mai, tanto che il Consiglio Nazionale dei Giovani ha segnalato un incremento dei sentimenti positivi verso l'Unione, che sale dal 76% al 79%. Il lavoro della Commissione europea è silenzioso ma ha un grande impatto nella vita di tutti i cittadini, per questo lasciarsi ispirare dai dibattiti dei commissari (ce n'è uno a rappresentanza di ciascun Paese membro) può essere il modo più concreto per ricostruire la fiducia persa nella politica.
La nuova Commissione europea a guida Von der Leyen inizierà il mandato di 5 anni a brevissimo, ma ha già le idee chiare sui next step: nei primi 100 giorni l'impegno si concentrerà nel creare un'Unione più competitiva in termini industriali, di innovazione e produttività. C'è ampio spazio per le politiche giovanili, per discutere del contrasto al cambiamento climatico e per ridurre le disparità tra i Paesi. Si investirà anche in Intelligenza Artificiale continuando il lavoro di regolamentazione già iniziato con il pionieristico AI Act, la prima legge al mondo in questo ambito.
La Commissione metterà in atto anche lo “youth check”, un'iniziativa che punta a garantire che le politiche dell'UE tengano sempre conto dell'impatto che hanno sui giovani. Insomma, l'amore per la politica può ripartire girando lo sguardo su Bruxelles, perché è lì che il futuro sta prendendo forma mettendo i diritti dei cittadini di nuovo al centro del dibattito.