30 anni e una diagnosi precoce: la storia del mio percorso

Il tumore al seno colpisce una donna su otto in tutte le fasce d’età e la scoperta tempestiva può fare la differenza nel trattamento e nella remissione della malattia stessa. È proprio quello che è successo a Lucia Palermo, che con forza e determinazione ci ha raccontato la sua storia.
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Lucia Palermo fa parte delle oltre 55.000 donne che ogni anno ricevono una diagnosi di cancro al seno. Una vita come tante, speciale proprio nella sua normalità: è giovane, in salute, ama i suoi capelli folti e scuri che le cadono sinuosi sulle spalle. Come tante ragazze della sua età adora scattare foto e raccontare come vede il mondo attraverso ricordi che posta sui social. Insomma, Lucia è fuori dalle statistiche, eppure quella parola che spaventa le si presenta in un giorno qualsiasi e la obbliga a farci i conti. “Me ne sono accorta una sera, dopo la doccia, sembrava quasi una piccola smagliatura…”. Eseguire periodicamente l’autopalpazione del seno è il primo e importantissimo strumento di prevenzione che ogni donna dovrebbe adottare. Va effettuata ogni mese a partire dai 20 anni, meglio se nella prima o seconda settimana dalla fine del ciclo mestruale. E’ necessario prestare attenzione a cambiamenti di forma e dimensione di uno o entrambi i seni, alla comparsa di noduli nella mammella o nella zona ascellare, a secrezioni dai capezzoli e ad alterazioni della cute del seno. Se si notano eventuali anomalie, è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico curante o allo specialista.

Lucia racconta di non essersi spaventata subito: guardandosi allo specchio aveva notato un'imperfezione che prima non aveva, una impercettibile conca sul seno. L'ha guardata per minuti interi prima di rivestirsi, eppure ha continuato a pensarci. “Ho chiesto a mia mamma se la vedeva anche lei, così abbiamo deciso di rivolgerci al medico per un controllo”. Il momento di aprire il referto è stato decisamente tra quelli più difficili della sua storia. È malata, è scritto nero su bianco e tornare a casa dalla clinica ha significato prendere a piene mani tutto il coraggio e la freddezza di cui disponeva, perché il terreno sotto i piedi era più incerto che mai.

“Ho portato la malattia al polso come una borsetta, non l'ho nascosta e ho continuato la mia vita affrontando il problema.” Anche se non è stato semplice, Lucia ha affrontato con forza e determinazione ogni giorno, un passo alla volta, non senza abbattersi ma rialzandosi ogni volta che le forze le mancavano. Durante il decorso della malattia e la sua cura il corpo di una donna può cambiare tanto, con significativi risvolti sulla sfera psicologica e sociale, e rendendo ancora più duro il percorso verso la guarigione. “Mi sono mostrata così com'ero, coi capelli corti e il sorriso che i miei follower conoscevano”. Lucia ha voluto raccontare la sua storia per incentivare tutte le donne all'ascolto a non rimandare le visite e ad effettuare gli step utili alla prevenzione.

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Benché questo tipo di neoplasia sia anche la più frequente e l'incidenza nelle giovani donne ha subito una leggera crescita, la mortalità è in diminuzione proprio grazie alla cultura della prevenzione che sempre più prende piede. Insieme all'autopalpazione, un'altra routine di prevenzione fondamentale è quella di sottoporsi periodicamente, superati i 40 anni, ad una visita di controllo senologica. Superati i 45-50 anni le donne sono invitate ad aderire alla lettera di invito ai programmi organizzati di screening mammografico, che rappresenta il test radiografico più importante e fondamentale nei trattamenti di prevenzione e diagnosi tempestiva della malattia, perché in grado di individuare anche i noduli di piccola dimensione. Nel caso di Lucia, la visita e gli accertamenti eseguiti su indicazione dello specialista sono stati fondamentali per arrivare tempestivamente alla diagnosi e alle cure.

In questo periodo di pandemia abbiamo purtroppo assistito a un calo ingente dello screening mammografico (addirittura 500.000 in meno rispetto al 2019), una diminuzione che potrebbe significare la perdita di tempo prezioso quando si parla di tumore al seno. Una situazione emergenziale senza precedenti che ha spinto Roche Italia e FujiFilm a unire le forze, scendendo in campo insieme e al fianco del sistema, per la salute delle donne: mammografi di ultima generazione sono stati donati a strutture sanitarie nazionali, identificate da un partner indipendente (Fucina Sanità) in base a criteri di bisogno e priorità per la ripartenza dello screening. Si tratta di una collaborazione straordinaria tra pubblico e privato, che vede anche la promozione di una campagna di sensibilizzazione patrocinata da tutte le principali società scientifiche e associazioni di pazienti attive in campo oncologico. L'obiettivo è quello di invitare tutte le donne a prendersi cura della salute del proprio seno e ciascuno di noi a essere ambasciatore di questo messaggio nei confronti delle donne a noi care. Ci prendiamo cura di noi con tanti rituali di bellezza e benessere, torniamo a ridare priorità anche al rituale della prevenzione e dello screening, perché il tumore al seno può essere affrontato e queste sono le armi più potenti che abbiamo per combatterlo.

Scopri maggiori informazioni e consigli utili visitando il sito: www.screeningroutine.it

Contenuto pubblicitario a cura di Ciaopeople Studios.
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