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Striscia di Gaza, Israele spara sui manifestanti palestinesi: 17 morti, oltre 1000 i feriti

L’esercito israeliano ha duramente represso una manifestazione organizzata dai palestinesi nella Striscia di Gaza: i soldati hanno aperto il fuoco uccidendo diverse persone e ferendone molte altre.
A cura di Davide Falcioni
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Torna alle stelle la tensione tra israeliani e palestinesi. Almeno 17 manifestanti palestinesi sono morti durante i violenti scontri con l'esercito israeliano lungo la barriera difensiva tra Gaza e lo stato ebraico. Lo ha detto Ashraf al-Qidra, portavoce del ministero della sanità di Hamas a Gaza aggiungendo che i feriti sono 1416. Le violenze durante la Yom al-Ard, giornata della terra, commemorazione organizzata da Hamas per ricordare i morti palestinesi del 30 marzo 1976, quando le forze armate di Tel Aviv soffocarono nel sangue una protesta contro l'esproprio di terreni agricoli da parte di coloni. La mobilitazione, che ha avuto inizio oggi, durerà fino al 15 maggio, giorno del Nakba, la dichiarazione d'indipendenza israeliana del 1948  che segnò la diaspora forzata di migliaia di palestinesi.

Le forze armate israeliane stanno reprimendo senza pietà i tentativi di rivolta dei palestinesi, che comunque sono confinati all'interno di un'area – la Striscia di Gaza – isolata dalle colonie da alti muri e reticolati di filo spinato. Nei giorni scorsi le autorità di Tel Aviv avevano anticipato che non avrebbero esitato a dare ordine di sparare ai cecchini qualora i manifestanti avessero manifestato l'intenzione di superare le alte recinzioni e fare il loro ingresso nei territori occupati da colonie israeliane. E' quello che purtroppo è successo, per stessa ammissione di fonti dell'esercito: "I palestinesi fanno rotolare pneumatici incendiati e lanciano pietre verso la barriera di sicurezza, i soldati israeliani ricorrono a mezzi antisommossa e sparano in direzione dei principali responsabili e hanno imposto una zona militare chiusa attorno alla Striscia di Gaza, una zona dove ogni attività necessita di autorizzazione".

Chi sono le vittime palestinesi

Il primo a perdere la vita è stato un contadino palestinese di 27 anni – Omar Samour – ucciso da un colpo di artiglieria. L'uomo si trovava in un terreno – ovviamente all'interno della Striscia di Gaza – ma secondo i militari israeliani si sarebbe avvicinato eccessivamente alla barriera di sicurezza. Ciò avrebbe convinto gli ufficiali a dare l'ordine di fare fuoco. Poco dopo è stata la volta di Amin Mahmoud Muammar (35 anni) e di un altro palestinese non ancora identificato, anche loro uccisi da uomini delle forze armate israeliane. Secondo le autorità mediche palestinesi, la vittima più giovane aveva 16 anni.

Hamas: "Non rinunceremo a Gerusalemme"

La dura repressione della protesta dei palestinesi ha suscitato le ire di Hamas, il cui capo politico Ismail Haniyeh ha detto: “Diamo il benvenuto ovunque al popolo palestinese che ha sconfitto la scommessa dei leader nemici secondo cui i vecchi sarebbero morti e i giovani avrebbero dimenticato. Ecco i giovani, i nonni e i nipoti. Non cederemo nemmeno un pezzo della terra di Palestina e non riconosceremo l’entità israeliana. Promettiamo a Trump e a tutti quelli che sostengono il suo complotto che non rinunceremo a Gerusalemme e che non c’è soluzione se non il diritto al ritorno”.

Netanyahu elogia i militari: "Difendono la sovranità"

Il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, ha invece elogiato i soldati israeliani dopo gli scontri al confine con Gaza, Il primo ministro ha in particolare elogiato le truppe per avere "protetto i confini del Paese". "Ottimo lavoro, ai nostri soldati", ha scritto in un messaggio pubblicato sul suo account Twitter, aggiungendo che "Israele agisce con vigore e determinazione per proteggere la sua sovranità e la sicurezza dei suoi cittadini". Inviti alla pace sono invece arrivati dal segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che ha chiesto "un'indagine indipendente e trasparente" sui violenti scontri, e dall'Alta rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, la quale ha affermato che "l'uso di munizioni vere dovrebbe essere oggetto di un'indagine indipendente e trasparente".

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