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Strage Rigopiano, la rivelazione: “Una vittima sopravvissuta per giorni, ha inviato messaggi d’aiuto”

La famiglia di Paola Tommasini, una delle 29 vittime della strage dell’Hotel Rigopiano, fa sapere come la donna non sia morta il 18 gennaio, come si crede, bensì dopo alcuni giorni durante i quali ha provato a chiedere aiuti tramite Whatsapp, inviando alcuni messaggi di saluti.
A cura di Redazione
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Sono passati poco più di tre mesi dalla strage dell'hotel Rigopiano e le immagini, oltre che le notizie di quei giorni, l'attesa e la speranza del ritrovamento di superstiti, restano tra gli eventi più drammatici che l'Italia abbia vissuto negli ultimi anni. In queste ore, la famiglia di una delle vittime, Paola Tommasini, ha chiesto ai legali una specifica da rendere nota alla stampa, sottolineando come il decesso della donna non sia avvenuto il 18 gennaio, come si crede, ma è rimasta viva per alcuni giorni, resistendo e tentando di chiamare aiuti e soccorsi, oltre che ultimi saluti, mentre si ritrovava bloccata sotto la neve e le macerie della struttura. La famiglia, nel pretendere la massima riservatezza, si augura che questo elemento possa rivelarsi utile per il prosieguo delle indagini.

Primi indagati nell'inchiesta sulla strage dell'Hotel Rigopiano

Nel frattempo arriva una prima svolta nell'inchiesta sulla strage dell'Hotel Rigopiano del 18 gennaio scorso, quando una valanga travolse la struttura alberghiera causando 29 morti tra le quaranta persone presenti nell'albergo. La Procura della Repubblica di Pescara, che indaga sul disastro, infatti ha iscritto nel registro degli indagati le prime sei persone. Si tratta di amministratori locali e funzionari pubblici oltre ai responsabili dell'Hotel. Tra di loro il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, la cittadina abruzzese dove sorgeva l'hotel.

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