Strage Orlando, i misteri sul killer: guardia giurata che voleva fare il poliziotto
Per la ex moglie era uno squilibrato mentale protagonista di ripetute violenze domestiche, per il padre un bravo ragazzo che però negli ultimi tempi aveva dato segni evidenti di omofobia, mentre per l'Fbi era un possibile terrorista con legami pericolosi ma mai provati. Sul reale movente di Omar Mateen col passare delle ore si susseguono teorie e notizie contrastanti, l'unica cosa certa è che armato di tutto punto è entrato in un locale frequentato da gay a Orlando, in Florida, il Pulse, e ha iniziato a sparare sulla folla facendo un strage. A terra sono rimaste almeno 50 persone senza vita mentre altre 53 sono rimaste ferite, alcune in maniera grave.
L'uomo ha inseguito le persone nel locale anche all'interno dei bagni per ucciderli uno a uno come dimostrano gli ultimi terribili sms di Eddie Justice, una delle vittime di Orlando. Secondo la prima ricostruzione dei fatti, l'uomo si era preparato nei minimi dettagli per l'assalto a Orlando portando con sé un fucile d'assalto, una pistola e degli ordigni pronto a fare il maggior numero di vittime ma anche a sostenere un violento conflitto a fuoco con la polizia come poi è accaduto, come dimostra la foto di uno degli elmetti degli agenti colpito da un proiettile. L'uomo aveva comprato le armi regolarmente essendo una vigilantes che di recente si era occupato anche di postazione con metal detector in un tribunale.
Una circostanza che ha scatenato una accesa polemica in Usa visto che Mateen era stato già nel mirino dell'Fbi per ben due volte, nel 2013 e nel 2014, per presunte simpatie Isis anche se le indagini nei suoi confronti non hanno portato a nulla. In entrambi i casi infatti l'uomo aveva espresso simpatie e sentimenti estremisti ma mai tali da portare a provvedimenti. Secondo indiscrezioni l'uomo durante l'assalto avrebbe chiamato al numero di emergenza della polizia dichiarando la sua fedeltà all'Isis e poco più tardi c'è stata poi una rivendicazione dell'agenzia vicina la Califfato. In realtà però non si sa se il 29enne avesse un reale un legame con lo Stato Islamico o semplicemente si sia ispirato all'Isis e si sia autoproclamato combattente del Califfato.
Omar Mateen voleva fare il poliziotto
Del resto Omar Mateen che viveva in una cittadina a quasi 200 chilometri dal luogo della mattanza, Fort Pierce, aspirava a fare il poliziotto, come confermato dalla ex e come dimostrano le foto con le magliette dello Nypd (New York police department) e fece anche domanda all'accademia. Una passione che lo ha portato a diventare una guardia e a saper usare bene le armi. "Sembrava una persona normale, preferiva trascorrere il suo tempo in palestra, non era un fervente religioso" ha raccontato la ex moglie che lo ha sposato otto anni. Poi man mano il cambiamento. "Non era più una persona stabile. Era bipolare. Mi picchiava e lo faceva anche solo perché il bucato non era pronto e cose del genere" ha raccontato ancora la donna che ha divorziato nel 2011.
Il padre del killer: "La punizione dei gay spetta a Dio non all'uomo"
"Il movente religioso non c'entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato. Siamo scioccati come il resto dell'America" ha dichiarato invece il padre del 29enne, Seddique Mateen, ipotizzando dunque un movente omofobo dietro la strage di Orlando. "Mio figlio era un bravo ragazzo, non so perché lo abbia fatto. Non ho mai capito che aveva l'odio nel cuore. Se avessi saputo le sue intenzioni, lo avrei fermato", ha scritto l'uomo in un comunicato diretto al popolo in Afghanistan, secondo quanto riferisce la Bbc, aggiungendo: "Lo vidi il giorno prima della strage, non vidi il male nei suoi occhi. Sono addolorato e l'ho detto al popolo americano".
Secondo la stampa Usa però anche Seddique Mateen sarebbe un tipo a dir poco strano. Per il Washington Post, il padre del killer, di professione assicuratore, in passato avrebbe partecipato ad una trasmissione tv in onda dalla California esprimendo sostegno ai talebani. Secondo quanto scrive il Guardian, in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook in lingua dari Seddique Mir Mateen ha condannato la strage compiuta dal figlio nel locale gay, ma ha anche affermato che "la punizione" per i gay spetta a Dio. "Dio punirà coloro coinvolti nell'omosessualità, non è una questione che dovrebbero affrontare gli essere umani", avrebbe spiegato l'uomo, concludendo: "Possa Dio dare a tutti i giovani la salute per mantenere il vero percorso della santa religione dell'Islam nella mente