Strage Istanbul, identificato presunto attentatore: sarebbe un 25enne cinese
Continua in Turchia la caccia all'uomo per scovare l’uomo che la notte di Capodanno ha fatto irruzione nella discoteca Reina di Istanbul provocando la morte di almeno 39 persone. Sono almeno 17000 gli agenti impegnati nelle ricerche. Secondo il premier turco Binali Yildirim, il killer potrebbe essersi mischiato alla folla in fuga dal locale per scappare e far perdere le tracce. Secondo gli investigatori il sospettato ha agito da solo ma non si esclude che avesse dei complici al di fuori del locale. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver udito spari arrivare da più direzioni, oltre ad aver visto l'uomo con il mitra che sparava sulla gente. Diversamente da quanto trapelato in un primo momento, l’attentatore non indossava un costume di Babbo Natale: lo ha confermato il premier turco.
Isis rivendica: attentatore sarebbe originario dell'Asia centrale
È arrivata dopo ore la rivendicazione dell’Isis, su cui si erano concentrati i sospetti da subito. “Un eroico soldato del califfato”, si legge nella rivendicazione diffusa dall’agenzia Amaq, ha colpito “il più famoso nightclub dove i cristiani stavano celebrando la loro festa apostatica”. Nel comunicato l'Isis definisce la Turchia “serva della croce” e poi, riferendosi al suo ruolo nel conflitto in Siria, avverte che “il governo di Ankara dovrebbe sapere che il sangue dei musulmani, uccisi dai suoi aerei e dalla sua artiglieria, provocherà un fuoco nella sua casa per volere di Dio” sostenendo che il killer ha agito “in risposta agli ordini” del leader Abu Bakr al-Baghdadi. Stando a quanto rende noto la CNN sarebbe stato identificato il killer e si tratterebbe di un ragazzo di 25 anni dello Xinjiang, regione autonoma della Cina nord-occidentale abitata dagli uiguri, etnia che parla una lingua simile al turco e di fede musulmana, già nota come Turkestan Orientale. Secondo gli inquirenti l'attentatore avrebbe preso un taxi nel quartiere di Zeytinburnu, nella parte sud del versante europeo della città, e si sarebbe fatto portare in quello di Ortakoy, più a est, dove è situata la discoteca Reina.
Fermati 8 sospetti coinvolti in attacco
Almeno 8 sospetti militanti dell'Isis sono stati fermati dalle unità antiterrorismo della polizia turca per un presunto coinvolgimento nell'attacco al Reina. Lo riporta il sito di Hurriyet. Intanto, si apprende che sono stati esplosi tra i 120 e 180 colpi all'interno del locale.
Molti stranieri tra le vittime, salvi alcuni italiani
Tra le 39 vittime ci sono 24 stranieri: tra questi una donna israeliana, tre libanesi, due indiani e cinque sauditi. C'era anche un gruppo di italiani nel nightclub colpito in Turchia. Lo riporta la tv locale modenese Trc-Telemodena secondo cui la compagnia italiana è riuscita a scampare alla strage gettandosi a terra quando i primi spari nel locale hanno fatto scattare il panico. Alcuni di loro avrebbero riportato solo lievi escoriazioni nella calca. Tra questi una donna bresciana, residente in Turchia da tempo per questioni di lavoro, sarebbe lievemente ferita alla testa.
Condanna del Consiglio di sicurezza dell’Onu
Nella notte il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato “con forza l'attentato terroristico barbaro e orribile” e ha ribadito che “ogni atto di terrorismo è criminale e ingiustificabile, indipendentemente dalla motivazione, da dove e da chiunque venga commesso”.
Erdogan: “Stanno cercando di creare caos”
Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha detto che il Paese combatterà fino alla fine contro ogni forma di attacco da parte di gruppi terroristici: “Come nazione ci batteremo fino all'ultimo non solo contro gli attentati dei gruppi terroristici e le forze che li sostengono, ma anche contro i loro attacchi economici, politici e sociali”, ha detto Erdogan aggiungendo che “stanno cercando di creare il caos, di demoralizzare la nostra gente e di destabilizzare il Paese con attacchi abominevoli che colpiscono i civili”. “Noi ci manterremo calmi come nazione, stando ancora più vicini e non cederemo ai loro sporchi giochi”, ha detto ancora dopo la strage di Capodanno. “Purtroppo, la violenza ha colpito anche in questa notte di auguri e di speranza. Addolorato, sono vicino al popolo turco”, ha detto papa Francesco all'Angelus del primo gennaio.