Strage di Piazza della Loggia, la Cassazione annulla l’assoluzione di Tramonte e Maggi
La Cassazione ha accolto il ricorso avanzato dalla Procura Generale di Brescia contro le due assoluzioni in appello per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, due degli imputati per la strage di Piazza della Loggia. Nei confronti dei due uomini, quindi, dovrà essere celebrato un nuovo processo. Il primo nel 1974 era a capo di Ordine Nuovo in Veneto: per Vito D'Ambrosio, sostituto procuratore della Cassazione, sarebbe l'"ideatore e il mandante" del massacro. "Va riesaminato" però anche il ruolo di Maurizio Tramonte, personaggio vicino ai servizi, così come quello di Delfo Zorzi, oggi imprenditore in Giappone, che tuttavia "ha una posizione defilata in questo processo".Vito D'Ambrosio ha chiesto di annullare le assoluzioni decretate dalla Corte d'Assise d'Appello di Brescia nel 2012 e di celebrare nuovamente il processo per i tre imputati, anche se è passato "un tempo incredibilmente lungo, allucinante".
Il 28 maggio 1974 saranno trascorsi 40 anni dalla strage. D'Ambrosio ha ricordato come dopo 11 sentenze e 900mila mila pagine prodotte, siamo di fronte a "un processo che non è riuscito a sciogliere la dolorosa cortina fumogena dei depistaggi da parte di persone appartenenti al corpo della Stato". Il sostituto procuratore ha ricordato come gli autori del massacro "sembrerebbero essere stati individuati in due persone decedute". Mancano tuttavia i veri colpevoli, che vanno rintracciati in quel "magma dei movimenti neofascisti", e in particolare nella figura di Carlo Maggi, che "era a capo del gruppo ordinovista veneto, ed aveva dimostrato la sua volontà di costituire un'organizzazione a doppio livello per compiere attentati, la cui volontà di eversiva è innegabile" ed è agli atti.
La strage venne realizzata il 28 maggio del 1974, nel pieno dei cosiddetti "Anni di Piombo". Alle 10 e 12 in piazza della Loggia, a Brescia, nel corso di una manifestazione antifascista. La bomba venne nascosta dentro un cestino dei rifiuti: l'esplosione provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 100. Sin da subito le indagini seguirono la pista neofascista.